Corigliano-Rossano, muore dopo tre richieste di soccorso: la famiglia denuncia presunti ritardi nei soccorsi

incidente 106

Affidata a uno studio legale la battaglia per fare luce sulla tragedia di Rosa Morfò
Corigliano-Rossano – Una richiesta di aiuto ripetuta tre volte, un’ambulanza senza medico a bordo e un’attesa di oltre un’ora per l’arrivo di un’unità medicalizzata. Troppo tardi per Rosa Morfò, 69 anni, che la mattina del 9 dicembre 2024 ha perso la vita nella sua abitazione di Contrada Lampa Patire, a Corigliano-Rossano. La famiglia, distrutta dal dolore, ha deciso di affidarsi a uno studio legale per accertare eventuali responsabilità e fare giustizia.
Secondo il racconto dei parenti, la donna, affetta da gravi patologie croniche tra cui cardiopatia e obesità, aveva iniziato a sentirsi male già dal 7 dicembre. Spossatezza, disidratazione, un quadro clinico compromesso che aveva spinto la figlia a contattare il 118. L’ambulanza inviata sul posto, però, era priva di medico a bordo. I sanitari si sono limitati alla somministrazione di una soluzione fisiologica e hanno consigliato di ripetere il trattamento il giorno successivo, senza ritenere necessario il trasferimento in ospedale.
Le condizioni della donna sono peggiorate rapidamente. Il giorno seguente, l’8 dicembre, Rosa Morfò non era più in grado di alzarsi dal letto. Nella notte tra l’8 e il 9 dicembre, ha tentato di raggiungere il bagno, ma è collassata. Ancora una volta, la famiglia ha allertato il 118. Anche questa volta, sul posto è giunta un’ambulanza senza medico. Gli operatori l’hanno sollevata, stabilizzandola momentaneamente, ma senza procedere a un ricovero ospedaliero.
Il quadro clinico si è aggravato ulteriormente nelle prime ore del 9 dicembre. La donna, ormai allo stremo, ha avuto bisogno di un terzo intervento d’emergenza. Sul posto è arrivata nuovamente un’ambulanza senza medico, i soccorritori hanno somministrato fiale di adrenalina e praticato un massaggio cardiaco, mentre l’ambulanza medicalizzata era ancora in viaggio. Il mezzo di soccorso con un medico a bordo è arrivato solo dopo un’ora, da San Marco Argentano, quando ormai non c’era più nulla da fare.
«Non possiamo accettare che una persona in gravi condizioni venga lasciata senza cure adeguate» dichiara il marito della vittima, Giorgio Claudio Garbato. «Abbiamo chiesto aiuto tre volte e non c’è stato alcun intervento medico tempestivo. Mia moglie poteva essere salvata».
La famiglia ha deciso di affidarsi allo studio legale Leonetti, per accertare eventuali responsabilità professionali e organizzative. Gli avvocati esamineranno ogni passaggio della vicenda, dai primi soccorsi fino all’intervento tardivo dell’ambulanza medicalizzata, per verificare se siano state rispettate le procedure e i protocolli d’emergenza.

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