«Quel pontile, ormai distrutto dalle mareggiate, è costato 110.000 € di fondi europei utilizzati dal comune di Rossano nella giunta Antoniotti per un progetto “recupero degli antichi borghi marinari” a firma dei tecnici comunali , quindi penso approvato sia dal dirigente generale arch. Graziani, sia dall’ing. Di Salvo responsabile all’epoca dei lavori pubblici , o da qualche altro tecnico comunale a mezzo servizio (ma in entrambi i casi è da verificare, se la firma sia stata effettivamente la loro) e qualora non lo avessero firmato loro lo hanno comunque sottoposto ad attenta valutazione prima di farlo approvare dal proprio ufficio. Le considerazioni da fare sono le seguenti: 1) Il comune di Rossano e l’ufficio tecnico pure, quando avviarono il progetto erano perfettamente a conoscenza del fatto che la costa del comune era in erosione. Questo perché c’è una certificazione ufficiale della regione Calabria che ha dichiarato lo stato di erosione della costa. 2) I tecnici della Regione Calabria che hanno sicuramente vidimato il progetto erano pure a conoscenza dei problemi erosivi. 3) Qualunque sia l’ente pubblico italiano che ha approvato questo tipo di progetto per ricevere i fondi europei, in questo caso ben 110.000 €, deve avere perlomeno non ben messo in evidenza la portata del fenomeno erosivo. Perché l’Europa che controlla i suoi fondi ed ha degli uffici tecnici assai attrezzati, difficilmente avrebbe concesso i fondi in presenza di un’erosione acclamata e acclarata da documenti ufficiali. Pertanto, si deve concludere che si tratta di un progetto sbagliato, approvato nei termini sbagliati da uffici comunali e regionali che hanno dimostrato una notevole incompetenza. In presenza di erosione costiera realizzare strutture proprio sulla linea di battigia che siano in legno o di qualunque altro materiale, vanno incontro a distruzione certa da parte delle mareggiate. Quindi possiamo concludere che si tratta di soldi spesi inutilmente. Io penso che gli amministratori e i tecnici che hanno messo la propria firma sotto quel progetto dovrebbero pagare di persona e restituire i soldi all’ente che li ha erogati come vuole la legge. E penso che i magistrati della procura della repubblica dovrebbero pure metterli sotto inchiesta, sia gli uffici di Rossano sia quelli della regione Calabria che hanno di fatto avviato un progetto senza tenere conto minimamente delle dinamiche naturali già in atto. Penso che ci potrebbero essere tutti gli estremi per dichiarare una condizione di “falso in atto pubblico” , nel senso che avviare un progetto in presenza di potenti fattori naturali contrari al progetto, significa voler nascondere di fatto la realtà, al fine di intercettare fondi pubblici. Naturalmente se le cose stiano effettivamente così, questo sarebbe la magistratura a doverlo accertare, la mia è solo un’ipotesi, ma penso che farò un esposto alla magistratura che si incaricherà di accertare meglio i fatti e vedere se le mie sono solo illazioni o sono invece denunce attendibili. Non ne faccio un motivo di polemica personale contro il sindaco Antoniotti o contro una parte politica. No. Ma mi assumo la responsabilità personale di dichiarare la colpevolezza degli uffici tecnici comunali e regionali che hanno mandato avanti questo progetto. Una cosa vergognosa. Se l’ufficio europeo che ha erogato i fondi pubblici alla Regione( perché i fondi europei passano sempre prima dalla regione Calabria) e al Comune di Rossano venisse informato dello stato dell’opera penso che immediatamente chiederebbe la restituzione dei fondi erogati. E penso pure che ci sia materia di indagine per i magistrati. Per il momento limitiamoci ad osservare che questo progetto rivela uno sperpero di fondi pubblici che potrebbero essere utilizzati meglio pper la collettività. (PROF. FABIO MENIN – Già pres. WWF Calabria)