Ritardi nell’approvazione dello Statuto comunale del nuovo comune di Corigliano-Rossano, la carta costituzionale che avrebbe dovuto essere licenziata entro sei mesi dalla istituzione dell’ente. Oggi è in dirittura d’arrivo ed entro l’estate la bozza dovrebbe transitare in Consiglio comunale. Fratelli d’Italia chiede la nomina di un commissario ad acta alla Regione Calabria, mentre l’Osservatorio permanente sulla gestione e gli effetti della Fusione parla di «fallimento totale della commissione preposta e dell’intero Consiglio Comunale». Il presidente Vincenzo Figoli ritiene inammissibile che «a distanza di quattro anni ancora oggi la nuova città sia sprovvista di un gonfalone, di un nuovo stemma e del riconoscimento del titolo di città. Uno scaribarile vergognoso che da tempo ha innescato meccanismi di messa in discussione dello spirito fusionista tra i tanti che hanno voluto e si sono battuti per questo progetto».
Ed è qui che il presidente Figoli chiede le dimissioni dei responsabili se si dovesse «continuare sulla strada dell’inettitudine»: «È tempo di cambiare passo, continua il massimo rappresentante dell’Osservatorio, altrimenti si può tornare tranquillamente a casa». Il movimentista parla di danni che rischiano di essere irreversibili, a partire dall’approccio culturale: «In quattro anni si è riusciti a dissipare quella energia e quella voglia di partecipazione alla vita pubblica a tal punto che in tanti vorrebbero tornare indietro». Nel frattempo, la maggioranza rincorre l’unanimità su un documento che in effetti la richiede, se non altro per valenza e importanza. A dividere maggioranza e opposizione è l’istituzione di sette Municipi verso cui, chi governa, manifesta resistenze proponendo un modello di decentramento di servizi e non già organismi elettivi. Ciò determinerebbe anche una riduzione dei costi. Per l’Osservatorio la Legge Del Rio non consente l’istituzione di sette Municipi ma uno nella ex città di Rossano in quanto la sede legale è a Corigliano. «Si può pensare, invece, all’istituzione di delegazioni. Null’altro».