In un’atmosfera suggestiva la città di Corigliano Rossano rivive le sue antichissime tradizioni della Processione dei Misteri, che si tiene ogni Venerdì Santo per le strade del centro storico di Rossano. I gruppi statuari che rappresentano scene e personaggi della Passione di Cristo, in tutto 11, sono seguiti dai devoti in preghiera. Emozionante il momento dell’uscita della “Bara con il Cristo Morto”, intorno alla quale ci sono i carabinieri in alta uniforme che fanno da picchetto d’onore. La Confraternita Maria SS. Addolorata porta avanti questa tradizione della fede con devozione sin dal Settecento, allo scopo di rinsaldare il legame della Chiesa Diocesana con la popolazione. La banda musicale ha eseguito le intense marce funebri tipiche di questa manifestazione religiosa, mentre la folla alternava preghiere e meditazioni introdotte da alcuni fedeli. Alla fine della Processione, davanti all’ingresso della Cattedrale, l’Arcivescovo ha rivolto il messaggio di pace in occasione della Santa Pasqua. «Ci troviamo nel cuore dell’anno liturgico, il Triduo pasquale, afferma Mons. Maurizio Aloise, Arcivescovo di Rossano-Cariati, in questo Venerdì Santo abbiamo avuto l’occasione di vedere la croce di Gesù, e attraverso di lui guardare ai popoli, alle famiglie che stanno soffrendo a causa della guerra, dei terremoti. Questa manifestazione di fede vuole essere un segno di speranza: quando si cammina insieme si attesta che niente finisce con la morte».
Le statue che rappresentano gli episodi centrali della Passione di Cristo sono le seguenti: Gesù nell’orto; il bacio di Giuda; S. Pietro; Gesù alla colonna flagellato; Pilato; Gesù porta la croce; Gesù spogliato dalle vesti; il Crocifisso; un cuscinetto con i simboli della Passione; Gesù morto; L’Addolorata. La processione, presieduta dall’Arcivescovo, vede in testa l’intero Capitolo della Cattedrale e i sacerdoti della Vicaria di Rossano. Per don Pietro Madeo, parroco della Cattedrale, «la processione dei Misteri è uno dei momenti più intensi di tutto l’anno. È un modo per le persone di ritrovare le proprie radici non solo cristiane ma anche della propria esistenza. È l’anima dei rossanesi». I numeri consistenti di questi eventi liturgici dimostrano come in questo periodo storico ci sia tanta ricerca da parte dei fedeli, di Dio ma anche della vita. «Un bisogno causato sicuramente dallo sbandamento di questa nostra società» ha concluso don Pietro. Insieme alle altre Autorità Civili e Militari, il sindaco della città, Flavio Stasi che ha sottolineato come questo evento sia da «valorizzare e può diventare anche un motivo di attrazione turistica, sempre nel rispetto delle liturgie. Meriterebbe una promozione maggiore, non siamo abituati a credere che le nostre cose siano grandi come quelle che vediamo altrove. Invece sono grandi tradizioni meritevoli di interesse nazionale» ha concluso il sindaco.