È quanto dichiara Lenin Montesanto, ancora una volta anche a nome dei residenti-resistenti di Via Cerasaro, nel centro storico di Rossano, ritornando a denunciare la totale immobilità dell’amministrazione comunale rispetto ad una vergogna intollerabile ed inaccettabile che il prossimo 24 giugno, insieme ai 2 anni dell’attuale esecutivo, consacrerà anche i 2 anni di certificato fallimento dell’istituzione pubblica e di questi amministratori sulla vicenda in questione e, quindi, su quella che dovrebbe essere la gestione dell’ordinario.
Nonostante, infatti, anche le ultime denunce di 20 giorni fa, aggiuntesi alle ulteriori numerose già sporte sin dal 2019 attraverso tutte le forze dell’ordine a tutte le istituzioni competenti, in primis al Comune di Corigliano-Rossano il cui Sindaco è la massima autorità sanitaria locale; e nonostante i recenti sopralluoghi di Protezione Civile e Manutenzione, resta immutata la più volte descritta situazione complessiva di emergenza igienico-sanitaria, di degrado sociale, di discariche abusive, di animali randagi in cattività in un lager di escrementi, di illegalità e irregolarità diffuse e sotto gli occhi di tutti e, soprattutto, di rischio crollo di un immobile andato a fuoco il 24 giugno 2019, transennato, sfollato e ri-abitato abusivamente e senza alcun controllo da parte di nessuna delle autorità competenti.
Meglio ripeterlo: non stiamo parlando di una zona periferica della terza città della Calabria, ma di una porcheria incivile ed inquinante tollerata in silenzio dall’amministrazione comunale a poche centinaia di metri dalla Caserma dei Carabinieri, dalla Polizia Municipale e dalla sede rossanese del Municipio, in piazza SS-Anargiri; nello storico quartiere della Camara Cerasaro, laddove insiste il monumento di Porta dell’Acqua, potenziale itinerario turistico di elevata attrattività, ma di fatto abbandonato a se stesso ed ostaggio di fogne a cielo aperto e di colonie di topi, puntualmente immortalati dai viaggiatori.
LE DOMANDE CHE I RESIDENTI-RESISTENTI DI VIA CERASARO RIVOLGONO PUBBLICAMENTE AL SINDACO DELLA CITTÀ SONO SEMPLICI:
a distanza di 2 anni dall’incendio che ha distrutto un immobile a Via Cerasaro, sparite le transenne comunali e di fatto ri-abitata la struttura non si sa a che titolo, può essere comunicato pubblicamente se esiste un verbale dei Vigili del Fuoco, se quel sito è ufficialmente a rischio per l’incolumità di cose, dimoranti e passanti e, se sì, come intende intervenire, dal 2019, l’Amministrazione Comunale per garantire sicurezza?
è stata mai redatta, emessa o notificata ai diversi titolari o attuali occupanti i diversi immobili trasformati in latrine e lager di animali randagi una semplicissima ordinanza di ripristino (diretto o indiretto con addebito delle spese) delle minime condizioni di igiene e salubrità, attesa l’impossibilità documentata di poter vivere all’aria aperta in quella via a causa della puzza nauseabonda, costante, fissa, penetrante, irrespirabile che insieme ad insetti, pulci e topi promana direttamente dalle diverse abitazioni, già oggetto di circostanziate denunce?
uffici e responsabili dei servizi sociali di questo comune, a distanza di anni dalla constatazione esterna di una evidentissima situazione di grave disagio sociale (ma non anche economico), sono mai riusciti ad entrare nelle abitazioni in questione, magari accompagnati dalle forze dell’ordine qualora richiesto, per appurare il reale stato di indigenza ed emergenza e garantire l’indispensabile assistenza socio-psico-pedagogica quanto meno ai soggetti più fragili ed in eventuale condizione di effettiva quanto assurda cattività? (Comunicato stampa).