di FABIO BUONOFIGLIO
Forse qualcuno avrebbe già dovuto finirci in galera e forse qualcun altro dovrebbe finirci. Ma, ne siamo certi, al gabbio non ci finirà nessuno e tutto finirà a tarallucci e… percolato. Già, quello ininterrottamente prodotto da anni ormai dall’ex discarica comunale per i rifiuti solidi urbani di contrada Cotrica, a Corigliano Calabro. Un bubbone che si trascina da oltre un decennio – era il 2004 quando l’allora commissario per l’emergenza rifiuti in Calabria, Italo Reale, dichiarò la discarica esaurita – senza soluzione di continuità per inerzia, malamministrazione, e, con ogni probabilità, pure per altro, da parte di quanti tra burocrati e politici hanno occupato e occupano gli uffici del Municipio.
Così, mentre i cittadini di Corigliano Calabro, e in modo particolare quelli che vivono in prossimità dell’ex discarica di Cotrica, ubicata più o meno a metà strada tra il centro storico cittadino e lo Scalo in mezzo a decine d’agrumeti un tempo rigogliosi e oggi concimati alle radici dal percolato che scorre nel terreno sottostante, rischiano quotidianamente di compromettere la loro stessa salute con l’insalubrità della loro terra a causa delle continue fuoriuscite di quei liquami cancerogeni, ripercorriamo gli ultimissimi (si fa per dire) sviluppi della vicenda connessa alla mancata bonifica di questa vera e propria bomba ambientale a cielo aperto.
Il 20 settembre del 2012 il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria scriveva al Comune manifestando la volontà di risoluzione della questione.
La Regione rappresentava infatti la possibilità di sostituirsi nell’irrisolta faccenda proprio al Comune. E richiedeva all’ente di modificare il “Piano di caratterizzazione” dell’ex discarica nella parte relativa ai costi. Già.
Poiché il piano, redatto a quattro mani dalla responsabile comunale del Settore Governo e Uso del territorio, Tiziana Montera, e dal geologo esterno al Comune Aurelio Valentini, proprio relativamente ai costi, non era ritenuto “congruente” con le attività da eseguire indicate dagli stessi due redattori del piano.
Ciononostante, l’amministrazione comunale riaffidava l’incarico di modificare il piano agli stessi Montera e Valentini, con determina n. 977 del 21 agosto 2013. Ben undici mesi dopo la richiesta da parte del dipartimento regionale. Secondo la determinazione, Tiziana Montera avrebbe dovuto eseguire il lavoro senza percepire alcunché, in quanto già in rapporto di lavoro con l’ente, mentre Valentini avrebbe percepito per la propria prestazione professionale la somma di 5mila euro.
Ma ben due anni e mezzo dopo la determinazione con la quale Montera e Valentini erano stati incaricati di modificare il loro piano, Montera comunica, unitamente a Valentini, con nota di protocollo n. 523 dello scorso 5 gennaio, l’«impossibilità ad assolvere all’incarico per sopraggiunti impegni professionali», rinuncia della quale l’amministrazione comunale prende atto attraverso la recentissima determinazione n.34 dello scorso 3 febbraio.
Gli altri impegni professionali di Tiziana Montera ‒ assunta in Municipio con contratto a tempo determinato ma a tempo pieno quanto ad orario ‒ sono sopraggiunti dopo ben trenta mesi d’inerzia in relazione all’incarico affidatole dallo stesso ente pubblico per cui lavora. Strano. Che la funzionaria abbia deciso di rinunciare all’incarico perché nello stesso non era previsto alcun corrispettivo extra nei suoi confronti e nel frattempo ci abbia pensato un (bel) po’?
Chissà. Compatibilmente coi «sopraggiunti impegni professionali» di Tiziana Montera, a Corigliano Calabro si risolverà mai la “questione Cotrica”? Negli ultimi giorni, uno “spiraglio” l’ha aperto il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Francesco Sapia.
È dietro sua sollecitazione, infatti, che la parlamentare pentastellata calabrese Dalila Nesci ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ottenendone una corposa risposta. Che evidenzia una serie di lati oscuri, anzi neri come la pece, circa la complessa faccenda dell’ex discarica.
L’uomo di governo ha comunque garantito il proprio interessamento e il proprio impegno ad interfacciarsi con la Regione Calabria, al fine di disinnescare la bomba ecologica di Cotrica attraverso la bonifica del sito.
A “interessarsene”, al contempo, è pure la Procura della Repubblica di Castrovillari, depositaria d’una serie di circostanziati, documentati e “fotografati” esposti-denuncia sull’ex discarica coriglianese, presentati da parte di comitati d’ambientalisti locali.
Ma le responsabilità sono tante e tali da perdersi nel corso d’oltre un decennio, e quando la colpa è di molti non si finisce né al gabbio né alla sbarra. E questo – i “molti” – qui l’hanno imparato bene…