Avrebbero dovuto ospitare esposizioni e mostre di artisti, ma al di la dell’impegno di chi li ha organizzati, gli eventi sono stati partecipati da pochi intimi. Tant’è che i BoCs Art sono quasi sempre malinconicamente vuoti. Anzi fortunatamente non sono stati ancora oggetto di atti vandalici.
Il motivo è semplice: il parco fluviale ha una vocazione del tutto differente- continua Mancini. E’ un polmone sportivo per la pratica di tante discipline.
Ecco perché la traiettoria da intraprendere è un’altra: sul parco occorre potenziare il centro sportivo (inizialmente affidato al Crac, ma in questi anni colpevolmente abbandonato). Realizzare delle vasche per la pesca sportiva. Ripulire il fiume (ormai la vegetazione è così fitta che in alcuni tratti non si vede nemmeno il corso d’acqua) e renderlo in alcuni tratti navigabile, così da puntare sul canottaggio. La corsa campestre. E poi il tiro con l’arco. E insieme la grande ambizione di dar vita al primo centro ippico cittadino, nel quale imparare ad andare a cavallo per poi partire per escursioni verso il vallone di Rovito e poi da li per la Sila.
E i BoCs Art? Io – propone Mancini– li darei in uso alle diverse federazioni sportive. Molte, pur avendo molti iscritti, non hanno una sede. E li potrebbero utilizzare al meglio per le loro attività. Anche per la pratica di discipline sedute: il bridge, la dama gli scacchi. Insomma meglio trasformarli in BoCs Sport.
Ogni luogo di Cosenza- conclude Mancini– può migliorare la vita dei cosentini seguendo la propria vocazione.
comunicato stampa