Discarica Pipino, condannato per diffamazione il presidente del circolo Legambiente Nicà

La querela nasceva dalle accuse rivolte alla Bieco s.r.l. durante la manifestazione pubblica tenutasi a Cariati nel gennaio 2022. Condannato anche il membro fondatore del Comitato anti discarica.

Tribunale di Castrovillari

Il GIP presso il Tribunale di Castrovillari con decreto penale dell’8 febbraio scorso ha condannato Nicola Abruzzese – presidente e legale rappresentante del Circolo Legambiente Nicà di Scala Coeli, e Gaetano Toscano – membro fondatore del Comitato anti discarica di Scala Coeli, per il reato di diffamazione in concorso nei confronti della Bieco s.r.l. per aver offeso la reputazione del suo amministratore e l’immagine della società stessa.

Sono anni che la Bieco s.r.l., proprietaria dell’impianto privato di discarica in località Pipino di Scala Coeli, denuncia la gravità delle condotte diffamatorie perpetrate reiteratamente dai rappresentanti del Circolo Legambiente Nicà di Scala Coeli secondo lo schema di un vero e proprio “ambientalismo ad orologeria”. E, nei giorni scorsi, è giunta la condanna per i fatti avvenuti nel corso dell’assemblea pubblica indetta e tenuta dal predetto Circolo presso il Cinema Teatro di Cariati il 14 gennaio 2022, per protestare contro l’ampliamento dell’impianto di discarica di località Pipino e promuovere eventuali azioni.

Per come ricostruito nell’ambito del procedimento penale, nel corso della manifestazione Toscano aveva preso la parola per diffondere informazioni del tutto prive di fondamento e rendersi protagonista di dichiarazioni gravissime che ledevano l’onorabilità dell’amministrazione aziendale e non solo – coinvolgendo anche altri soggetti istituzionali ed autorità amministrative – e ne infangavano l’immagine. Di tali affermazioni diffamatorie, diffuse anche sui siti web e social del territorio, si era reso corresponsabile il Presidente del Circolo ambientalista che, nel presiedere l’assemblea pubblica e coordinarne gli interventi, non si dissociava dalle gravissime dichiarazioni anzi le supportava con ampi cenni d’assenso e commenti assertivi.

La pronuncia del GIP rappresenta una pesante battuta d’arresto per una campagna denigratoria avviata oltre dieci anni or sono e proseguita incessantemente con la diffusione di notizie destituite di ogni fondamento anche sui mezzi di informazione e social, che ora ha trovato un freno nelle decisioni dell’autorità giudiziaria.

L’azienda ha più volte lamentato il deprecabile comportamento di rappresentanti di associazioni ambientaliste che, piuttosto che avviare azioni di stimolo e costruttive per la reale tutela degli interessi ambientali, concorrono alla deliberata diffusione di informazioni false e tendenziose che costituiscono fonte di procurato allarme per le popolazioni interessate, su tematiche di importanza cruciale per le sorti economiche e gestionali del territorio.

La Bieco s.r.l., nel pieno rispetto del diritto di critica e pronta a fornire qualsivoglia informazione, ribadisce l’invito alla prudenza e ad appurare in maniera approfondita fatti e circostanze prima di lasciarsi andare a facili esternazioni che potrebbero rivelarsi false e diffamatorie. Allo stesso tempo, l’azienda continuerà a rimanere attenta e vigile su tali vicende e non esiterà ad attivare ogni iniziativa volta a tutelare le proprie ragioni in ogni sede, dovendo aspettarsi l’ulteriore esito di un così lungo processo di denigrazione pubblica e diffamazione reiterata nei propri riguardi (Comunicato stampa).

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