Editoriale. Corigliano-Rossano al bivio: città dormitorio o spazio di vita?

Corigliano-Rossano vede un graduale ritorno alla vita nelle sue piazze. Grazie all’impegno di giovani operatori, la città sta vivendo una nuova stagione di socialità, soprattutto nei weekend e nei giorni festivi. Piazza B. Le Fosse, nella parte rossanese, è tornata ad animarsi dopo anni di silenzio, offrendo a cittadini e visitatori un’opportunità di incontro e svago. Tuttavia, questa nuova vitalità ha riacceso il dibattito sull’inquinamento acustico e il diritto alla quiete dei residenti, al punto che, in alcuni casi, i cittadini hanno richiesto l’intervento delle forze di polizia per segnalare il disturbo. Le autorità sono intervenute nei confronti degli organizzatori, riportando all’attenzione un tema già noto: come bilanciare le esigenze di una città che inizia a rivivere con la tutela della serenità di chi vi abita.

La sfida della convivenza nelle due aree urbane

La questione coinvolge entrambe le aree urbane di Corigliano e Rossano, richiedendo una risposta che possa armonizzare le attività economiche, l’attrattiva turistica e la qualità della vita. Nonostante la normativa italiana in materia di inquinamento acustico (DPCM del 14 novembre 1997), che stabilisce limiti di rumorosità in base alla destinazione d’uso delle aree cittadine, le specificità delle zone di movida spesso richiedono regolamenti più dettagliati. In diverse città italiane, infatti, sono state introdotte norme aggiuntive per gestire la movida in maniera equilibrata, attraverso piani di zonizzazione acustica che consentano, nelle aree dichiarate a vocazione turistica o ricreativa, una maggiore tolleranza sonora.

Soluzioni per una movida sostenibile

Tra le misure più adottate, vi è la possibilità di dichiarare ufficialmente alcune aree come “zone di movida”, così da permettere sia ai residenti che agli operatori di conoscere in anticipo i limiti e i diritti di ciascuno. Questo approccio potrebbe essere applicato a Corigliano-Rossano, informando chi decide di abitare in queste aree sulle caratteristiche sonore del contesto urbano. Tuttavia, per non trasformare la città in un mero luogo di rumore, il Comune potrebbe anche promuovere un modello di movida sostenibile, con incentivi per locali che investono in sistemi di riduzione del rumore o adottano strutture acusticamente isolate, così da limitare il disturbo. In alternativa, si potrebbero prevedere norme che regolamentino in modo flessibile gli orari e i livelli di rumorosità per ciascuna area. Per la Piazza B. Le Fosse e altre zone strategiche della città, queste deroghe offrirebbero una base regolamentare capace di assicurare sia la tutela della socialità giovanile che il rispetto delle esigenze di riposo.

Un equilibrio tra benessere e vitalità urbana

Corigliano-Rossano si trova ora a un bivio. Senza un piano chiaro e condiviso per la gestione della movida, rischia di diventare nuovamente una “città dormitorio”, priva di spazi di aggregazione e opportunità lavorative per i giovani. D’altra parte, è fondamentale che le amministrazioni locali rispondano anche alle esigenze di benessere psicofisico dei residenti, considerato che l’inquinamento acustico può avere effetti negativi, come disturbi del sonno, stress e ansia. Il dialogo tra cittadini, amministrazione e operatori del settore resta, dunque, indispensabile per raggiungere un equilibrio tra il diritto alla vita notturna e il rispetto dell’ambiente acustico. Solo una regolamentazione chiara e un confronto costruttivo potranno far sì che Corigliano-Rossano cresca come un modello di città inclusiva e sostenibile, capace di valorizzare il contributo dei giovani senza compromettere la qualità della vita.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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