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Editoriale. Corigliano Rossano capoluogo? Classe politica intrappolata dal centralismo

Corigliano Rossano, terza città della Calabria, e quindi? Questa domanda potrebbe scatenare una serie di riflessioni profonde sulla posizione e il ruolo di questa città nel contesto regionale. Tuttavia, guardando oltre il mero titolo di “terza città”, emergono considerazioni che mettono in discussione il reale impatto di tale posizione e suggeriscono una necessaria riflessione sulla direzione futura del territorio jonico. È innegabile che Corigliano Rossano abbia una storia ricca e una comunità vibrante, ma essere la terza città della Calabria non garantisce automaticamente un cambiamento significativo nel panorama socio-economico locale. Questo titolo potrebbe sembrare più un’espressione di prestigio che una vera trasformazione tangibile. Per anni si è discusso sull’opportunità di elevare Corigliano Rossano a capoluogo, un passo che potrebbe portare vantaggi significativi, come maggiore autorevolezza territoriale, peso politico e accesso a finanziamenti. Tuttavia, questa proposta sembra essere caduta nel vuoto, non solo tra la classe dirigente locale, ma anche nelle agende politiche elettorali. Ciò solleva interrogativi sulle priorità e sulle visioni a lungo termine delle leadership locali. L’elevazione a capoluogo potrebbe aprire le porte a nuove opportunità di sviluppo e crescita, consentendo a Corigliano Rossano di rivendicare il suo ruolo centrale nel panorama calabrese. Tuttavia, la mancanza di sostegno e la resistenza al cambiamento indicano una stagnazione che potrebbe frenare il potenziale di crescita della regione.

Inoltre, l’idea di una nuova provincia jonica potrebbe rappresentare una soluzione alternativa per promuovere lo sviluppo e l’integrazione del territorio. Corigliano Rossano e Crotone, unite, potrebbero formare una provincia forte e autonoma, in grado di competere a pieno titolo con le altre province calabresi. Tuttavia, questa prospettiva sembra essere ostacolata da una classe politica locale che sembra essere intrappolata nel centralismo regionale. È quindi fondamentale chiedersi quale sia l’alternativa progettuale per coloro che non vogliono questa nuova provincia. È necessario un dibattito aperto e costruttivo che coinvolga tutte le parti interessate per individuare le migliori strategie di sviluppo per il territorio jonico. In definitiva, essere la terza città della Calabria potrebbe essere solo il punto di partenza per Corigliano Rossano. È ora che la città e la sua leadership locale si impegnino in un dialogo profondo e una pianificazione strategica per sbloccare il vero potenziale della regione e portare avanti un cambiamento significativo per il benessere di tutti i suoi abitanti.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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