A Corigliano-Rossano si parla, si discute, si rimanda. Nel frattempo, i cittadini convivono con un senso costante di insicurezza. Non parliamo di allarmismi, ma della percezione quotidiana che qualcosa non funzioni. E quando la tranquillità sparisce dalle strade, è la fiducia a sgretolarsi per prima. In città si è proposta la presenza dell’Esercito. Una misura che potrebbe fungere da deterrente per episodi criminali, violenze, aggressioni. Ma la politica tentenna, rifugia la scelta dentro le solite formule di comodo: «troveremo i fondi per rafforzare i turni notturni della Polizia municipale». È legittimo che un’amministrazione valuti le proprie risorse, ma questo non significa ignorare soluzioni più efficaci. Soprattutto quando altrove l’Esercito già c’è ed è gratis per i comuni. E non parliamo di città militarizzate. L’Esercito è presente stabilmente in centri ben più tranquilli di Corigliano-Rossano: Vercelli, Prato, Treviso, Pordenone, e tanti altri centri in Italia. In questi luoghi le spese non ricadono sui Comuni. È lo Stato a farsi carico dell’intervento. E allora, perché qui no? Perché questa ostinazione? Forse si pensa che l’Esercito sia utile solo nei contesti estremi?
La verità è che la sola presenza di una divisa — sia essa militare o di polizia — può fare molto: ridare serenità ai residenti, rassicurare turisti e operatori economici, offrire un segnale visibile e concreto di presidio del territorio. A Rossano , e soprattuto a Schiavonea dove l’afflusso di visitatori cresce nei mesi estivi, la presenza di pattuglie fisse, anche simboliche, è un gesto di rispetto verso chi abita, lavora e investe nel territorio. La politica ha il diritto di scegliere, ma anche il dovere di rispondere con soluzioni tempestive. Non è più tempo di analisi infinite. Il senso di insicurezza non si affronta con turni straordinari improvvisati, né con misure temporanee. Corigliano-Rossano non è una zona rossa, ma non è neanche un’oasi pacifica. A chi governa ai vari livelli si chiede coraggio: quello di rompere gli indugi e riconoscere che in alcuni momenti servono decisioni nette.
Matteo Lauria – Direttore I&C
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