In un’estate ormai prossima alla conclusione, è inevitabile gettare uno sguardo critico sui flussi turistici che hanno caratterizzato Corigliano Rossano. Mentre attendiamo dati ufficiali che confermino o smentiscano le impressioni sul campo, sembra che la stagione abbia seguito il trend ben noto: un afflusso di visitatori significativo nei consueti 30/40 giorni di punta, seguito da un ritorno alla normalità.
Gli eventi organizzati dall’amministrazione comunale hanno animato le piazze, ma gli operatori turistici non possono esultare per gli incassi. Mentre vari fattori contribuiscono a questo panorama, tra cui l’inflazione e il carovita, alcuni residui della pandemia si fanno ancora sentire. Tuttavia, oltre a queste sfide economiche, si affacciano problemi più profondi e strutturali che stanno limitando la crescita turistica e l’attrattività dell’importante centro jonico. Una questione chiave è rappresentata dall’ambiente. Le condizioni del mare e le problematiche legate ai depuratori sottodimensionati, al consorzio di bonifica, ai pozzi neri, ai fiumi Crati e agli altri torrenti, gettano un’ombra sulla sostenibilità ambientale dell’area. Questi problemi non solo influenzano l’esperienza turistica, ma ne condizionano anche la percezione, lasciando i visitatori con una sensazione di insoddisfazione. L’aspetto urbanistico non è da meno. La proliferazione di edifici residenziali lungo la costa ha da tempo ostacolato lo sviluppo di strutture ricettive più ampie, come locali notturni, boutique e centri commerciali. La mancanza di servizi di base a Lido Sant’Angelo, come edicole o punti vendita, dimostra un’infrastruttura carente che non è all’altezza delle aspettative dei turisti. È sbagliato tracciare paragoni tra i flussi turistici di Schiavonea e Lido Sant’Angelo, poiché entrambe le aree appartengono a una singola entità comunale. Schiavonea, come comunità costiera permanente, differisce in modo sostanziale da Lido Sant’Angelo, che vive principalmente nell’estate. È il momento di abbandonare questa corsa alla competitività tra parti dello stesso territorio e abbracciare un approccio unitario.
L’attuale campagna elettorale sembra spesso trasformarsi in una battaglia politica, ma dovrebbe piuttosto concentrarsi su programmi concreti. È fondamentale affrontare la questione dell’occupazione e dello spopolamento non solo nella terza città della Calabria ma anche dell’entroterra. Come si intende creare posti di lavoro stabili e sostenibili? Quali progetti sono in grado di trasformare la città, non solo in un’attrazione turistica stagionale, ma in un luogo in cui le opportunità di lavoro abbondano tutto l’anno?
Sono necessari interventi mirati, strategie di sviluppo sostenibile e investimenti chiari e mirati . Questo richiede un impegno corale che coinvolga sia l’amministrazione comunale che il settore privato, nonché una chiara visione a lungo termine. Cambiare la percezione del territorio richiederà sforzi consistenti per risolvere le questioni ambientali, migliorare le strutture e offrire servizi adeguati. Solo allora Corigliano Rossano potrà emergere come una destinazione turistica attraente e sostenibile, con un’economia diversificata e opportunità di lavoro durature. È giunto il momento di tradurre le parole in azioni tangibili e dare nuova linfa a questa affascinante regione. Agli elettori dello scaricabarile in atto in ambito locale su Enel, Tribunale, Ospedale, ss.106 non credo interessi granché. In vista della campagna elettorale che è già partita si dica la visione di territorio che si ha, come liberare la costa dall’abusivismo e tradurla in polo ricettivo, cosa si vuol fare dell’area occupata da Enel, come si intendono rilanciare i centri storici le parti a valle delle due ex città, come collegarle mediante una efficiente mobilità pubblica, come rilanciare la terza città della Calabria nel contesto regionale ed extraregionale. Chi omette tutto questo e va dritto solo alla ricerca di un infruttuoso scontro sui grandi temi è perché non ha né coraggio né idee.
Matteo Lauria – Direttore di I&C