In una città che fatica a riconoscersi nei propri spazi pubblici, le ville comunali di Corigliano e Rossano rappresentano due rari e preziosi polmoni verdi. Luoghi che potrebbero e dovrebbero vivere molto di più, diventando punto di riferimento stabile per socialità, cultura e lavoro.
La Villa Comunale Alberto De Falco, nel cuore di Rossano, e la Villa Comunale “Fabiana Luzzi” di Corigliano, pur avendo una storia e una funzione pubblica consolidata, oggi rischiano di restare spazi a metà: belli ma blindati, verdi ma poco utilizzati, accessibili ma non del tutto accoglienti.
Oggi, con la tecnologia che consente un controllo costante e discreto, non si comprende più la necessità di mantenerle recintate e chiuse. Anzi, l’effetto è quello opposto: la sensazione è quella di un limite, di una barriera. Ma un parco urbano dev’essere aperto, trasparente, vivo. Non c’è bisogno di cancelli per garantire ordine. Basta un sistema di videosorveglianza attivo e una presenza di guardiania, magari potenziata con il coinvolgimento di associazioni o operatori del territorio.
Ma c’è di più. Le ville possono diventare motore di nuova economia urbana. Non serve trasformarle in centri commerciali, ma è possibile immaginare presidi leggeri, punti ristoro, piccole biblioteche di quartiere, chioschi per tè e letture, spazi per eventi musicali o teatrali, aree per laboratori e attività per bambini. Un modo concreto per creare posti di lavoro, animare le giornate e valorizzare due spazi già naturalmente belli.
Roma insegna: Villa Borghese, Villa Doria Pamphilj, i parchi del quartiere Parioli sono tutti liberi da recinzioni. Sono luoghi attraversati dalla gente a ogni ora, vivi proprio perché aperti e integrati nel tessuto cittadino. Non si tratta di copiare. Si tratta di pensare in grande, con equilibrio e senso civico.
La Villa De Falco a Rossano ha già un punto ristoro che funziona bene. A questo potrebbero unirsi altri insediamenti con diversa tipologia. Perché non replicare anche a Corigliano? Perché non creare eventi culturali, domeniche musicali, fiere artigiane?
Aprire, valorizzare, rendere vive: le ville comunali possono essere molto più di quello che oggi sono. Basta poco per trasformarle in ciò che meritano di essere: luoghi per tutti, senza barriere, senza serrature, senza silenzi.
È tempo di uscire dalla logica del controllo fisico e blindato. E abbracciare quella della cura, della presenza attiva, della città che si prende i suoi spazi. Perché uno spazio pubblico vive davvero solo se viene abitato.
Matteo Lauria – Direttore I&C
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