Editoriale. Fusione, un anno dal referendum: bilanci e criticità

A un anno dal referendum sulla fusione che ha elevato Corigliano Rossano a terza città della Calabria qualcuno si è cimentato nell’arduo compito di un primo bilancio delle attività. Ovviamente esito in rosso, ma non poteva essere altrimenti. Mentre per taluni le responsabilità risiedono nella gestione dell’attuale ufficio del commissario, a mio parere  le ragioni si rinvengono prevalentemente nella situazione storica ereditata. L’approccio al “Si” è stato molto teorico negli anni, poco pratico, e nulla è stato fatto preliminarmente sul fronte amministrativo per agevolare il percorso. Ed ora si tenta di trovare un capro espiatorio accusando l’attuale ufficio del commissario, tirato dalla giacca da chiunque preservi interessi personali e mai generali, a partire dalla gestione del personale. E’ inutile affermare che, il vero cambiamento, avverrà con l’insediamento di un organo politico serio, competente, dall’alta dose etica e coraggioso.

Come è noto parte del personale mal si approccia all’idea di trasferimenti dal Garopoli a Piazza SS.Anargiri o viceversa. Per alcuni il posto deve essere sotto casa, altrimenti è caos e si usano sindacalisti, movimentisti e politici per allarmare o denunciare ipotesi di trasferimenti uffici o altro.  Quest’approccio non è da città unica! A mio parere, su questo versante, il commissario dovrebbe essere meno indulgente. Ma questo è solo un filone. Quel che invece è attribuibile all’attuale ufficio del commissario e di riflesso alla classe dirigente, è il mancato entusiasmo all’idea di città unica mediante interventi anche di tipo formale che non richiedono grandi investimenti come ad esempio un minimo di cartellonistica stradale in cui si riporti : “Corigliano Rossano – benvenuti nella terza città della Calabria”. Ma d’altronde è come per il codex o per il castello ducale. Non un cartello in cui si citi CODEX PATRIMONIO UNESCO. Ci si chiede il perché tutto ciò non avvenga, quali siano le ragioni di cotanta sciatteria programmatoria? Eppure non stiamo parlando di macroscopici investimenti, ma di semplice cartellonistica stradale. La questione è stata posta in verità nel corso di una recente conferenza stampa alla quale ha preso parte non solo il commissario Bagnato ma anche l’assessore regionale alla Cultura Corigliano. Entrambi hanno confermato il gap e si auspica un minimo di intervento in questa direzione.

E’ inutile infine ritornare sulla bontà dell’idea “fusione” e sulle tante dinamiche che si possono innescare se solo si riuscisse a mettere da parte una sottile ondata di avversità. Basta pensare a cosa sta accadendo in queste ore nella città di Corigliano Rossano in tema di maltempo e dei relativi allagamenti. I fondi destinati alle fusioni sono utili proprio per mettere mano alle pessime infrastrutturazioni esistenti in alcune aree, con particolare riferimento alla rete idrica, depurazione e fogna. Oltre ai canali di scolo per le acque bianche o nere ritenuti obsoleti e sproporzionati.

Matteo Lauria – Direttore Responsabile I&C

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