Editoriale. Il mio viaggio personale con i vaccini: un appello alla trasparenza e alla fiducia nella scienza

Fin dall’inizio della pandemia, ho visto nei vaccini l’unica via d’uscita dalla crisi sanitaria globale. Quando finalmente è arrivato il momento di riceverli, ho accolto l’opportunità con speranza e gratitudine. Così ho deciso di fare la mia parte e ho ricevuto ben tre dosi.

Matteo Lauria

Tuttavia, la mia esperienza personale ha preso una piega inattesa. A distanza di appena tre mesi dall’ultima somministrazione mi è stata diagnostica una neoplasia. E a seguito delle terapie e del parziale abbattimento delle difese immunitarie fui contagiato dal COVID-19. La notizia è stata un duro colpo per me, ma ho cercato di affrontarla con fiducia, pensando che i vaccini riducessero significativamente il rischio di complicanze gravi.

Non voglio saltare a conclusioni affrettate, né attribuire la colpa di ciò che è successo ai vaccini. Sono ben consapevole delle complessità mediche e della necessità di indagini approfondite. Ma questo dubbio ha iniziato a sgretolare la fiducia che avevo riposto nei vaccini e nelle istituzioni responsabili della loro valutazione e sorveglianza.

Quello che mi ha sorpreso, però, non è stato solo il mio percorso personale. Ho ascoltato le esperienze di altre persone, che come me, hanno manifestato sintomi dopo aver ricevuto i vaccini. Alcune hanno lamentato reazioni più gravi, altre hanno avuto diagnosi inattese. Questi racconti mi hanno fatto riflettere, ma ancor più mi ha colpito l’assenza dello Stato nell’avviare un monitoraggio adeguato di quanto sta accadendo.

Mi chiedo perché non ci sia stata una comunicazione aperta e trasparente riguardo ai dati preoccupanti che emergono dopo la somministrazione dei vaccini. Il silenzio delle istituzioni alimenta i dubbi e crea un vuoto di fiducia. Siamo in un’epoca in cui la comunicazione è cruciale, soprattutto in questioni di salute pubblica. Solo attraverso una trasparenza totale possiamo costruire una società informata e fiduciosa nei vaccini e nel sistema sanitario.

Mi rendo conto che gli interessi tra lo Stato italiano e le case farmaceutiche possono influenzare la gestione della situazione. Ma è fondamentale separare gli interessi commerciali dai bisogni di salute pubblica. Dobbiamo mettere in primo piano la sicurezza e il benessere delle persone, garantendo che le decisioni siano basate sulla scienza e non su altre considerazioni.

Mi auguro che prima o poi qualche parlamentare si prenda la briga di andare oltre, di capire cosa sta accadendo e di agire con responsabilità. Abbiamo bisogno di un monitoraggio accurato e continuo dei vaccini per comprendere appieno la loro sicurezza e per prendere misure tempestive in caso di effetti collaterali rari ma gravi.

Dobbiamo sostenere la scienza e la ricerca, che sono fondamentali per affrontare i dubbi e le preoccupazioni riguardo ai vaccini. Solo attraverso studi approfonditi e indipendenti possiamo stabilire se vi sia un legame di causalità tra i vaccini e alcuni sintomi inaspettati. La scienza è uno strumento potente per superare le incertezze e per prendere decisioni informate.

Nel frattempo, ciò che posso fare è continuare ad incoraggiare una comunicazione aperta e responsabile tra le istituzioni, gli esperti medici e la popolazione. Spero che il mio appello alla trasparenza e alla fiducia nella scienza possa contribuire a un dialogo aperto e informato sulla sicurezza dei vaccini, affinché possiamo tutti avanzare nella stessa direzione verso una salute pubblica condivisa.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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