Il mito dell’imprenditore solitario, che si sente realizzato solo quando raggiunge il successo senza il supporto degli altri, è non solo ingannevole, ma anche dannoso. In un contesto dove la competitività è marcata da invidie e contrasti, la possibilità di fare squadra viene spesso sabotata da interessi personali e relazioni amicali, minando così la possibilità di costruire qualcosa di veramente grande e duraturo.
Esiste, poi, una categoria ancora più perniciosa: quella dei “furbetti”. Questi individui predicano la necessità di fare squadra, ma lo fanno solo per sfruttare gli altri, senza alcuna intenzione di contribuire al bene comune. Come ben definito dal presidente Vincenzo De Luca, si tratta di “personaggetti”, figure che con la loro astuzia spicciola danneggiano non solo se stessi, ma l’intera categoria di riferimento e, di conseguenza, la comunità che farà fatica a crescere.
Se vogliamo che la Calabria esca dal ciclo vizioso della precarietà e della disoccupazione, dobbiamo abbandonare la logica del “vita mea, mors tua”, e fare un deciso scatto di reni. Non basta più parlare di fare rete, occorre agire con la consapevolezza che solo attraverso la collaborazione sincera si può costruire un futuro migliore. Abbiamo tutto: mare, montagna, colline, pianure, ma se continuiamo a lavorare isolati e a competere verso il basso, queste ricchezze rimarranno inespresse, e con esse, il potenziale della nostra regione. Il cambiamento non può venire solo dall’alto, ma deve partire da noi, dal modo di fare impresa e di interagire con gli altri. La Calabria ha le risorse per emergere, ma solo se impareremo a sfruttarle insieme.
Matteo Lauria – Direttore I&C