Editoriale: La morte di un uomo a Corigliano-Rossano: Un’urgenza sociale da affrontare

La recente morte di un uomo di origine ucraina, avvenuta nel cuore dell’area urbana di Rossano a Corigliano-Rossano, ci pone di fronte a una realtà dura e inquietante. La vittima, che viveva in una struttura fatiscente, potrebbe non essere stato un senzatetto, ma il suo decesso, probabilmente dovuto all’eccessiva calura estiva, richiama l’attenzione su una problematica che non possiamo più ignorare: la condizione dei senzatetto e degli indigenti che vivono in condizioni di estrema precarietà. Questo non è un caso isolato. Sono numerosi i senzatetto e gli indigenti che vivono  in situazioni di inciviltà umana, esposti a pericoli e privazioni che minano la loro dignità e la loro salute. Rimanere insensibili di fronte a queste tragedie non è degno di un paese civile. Ogni vita umana ha valore e merita rispetto, e non possiamo permetterci di trattare questi eventi come semplici statistiche. La questione dei senzatetto e degli indigenti è complessa e necessita di una risposta articolata che richiede un intervento responsabile.  Ci sono persone che vivono per strada per scelta, spesso a causa di traumi o problemi psicologici, e altre che non hanno alternative a causa di difficoltà economiche, perdita del lavoro o rotture familiari. In ogni caso, la mancanza di una dimora sicura e dignitosa non può essere accettata in una società che si definisce moderna e solidale.

Cosa Fare?

La strada intrapresa non può essere quella di restare fermi. È necessario un approccio inclusivo per affrontare il problema dei senzatetto e degli indigenti. Metter su delle strutture di accoglienza e  garantire che  siano adeguate e sicure, offrendo non solo un rifugio temporaneo ma anche servizi di supporto psicologico e di reinserimento sociale. Interventi preventivi  essenziali per identificare e aiutare le persone a rischio di diventare senzatetto. Collaborazioni tra enti pubblici, organizzazioni non governative e comunità locali possono creare una rete di sicurezza più efficace. Abbiamo un mondo associazionistico numeroso  che sorge a scopi di volontariato, perché non avviare un tavolo di coordinamento e dare vita a un organismo che tratta questioni emergenziali. C’è chi lo fa, ma evidentemente non è sufficiente.  Promuovere politiche abitative che prevedano alloggi a prezzi accessibili per le fasce più vulnerabili della popolazione. Incentivare progetti che offrono una casa come primo passo verso la riabilitazione sociale. Promuovere campagne di sensibilizzazione per combattere la cultura di isolamento nei confronti dei senzatetto e per educare la cittadinanza sull’importanza della solidarietà e dell’inclusione sociale. Offrire programmi di formazione e opportunità lavorative per aiutare le persone a reintegrarsi nella società e a costruirsi un futuro autonomo. La morte di quest’uomo ucraino è un ulteriore  richiamo alla nostra coscienza collettiva. Non possiamo continuare a ignorare la sofferenza di chi vive ai margini della nostra società.  La strada è lunga e complessa, ma non possiamo permetterci di restare fermi.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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