Editoriale. L’allerta del settore turistico a Lido Sant’Angelo: Le confessioni di un operatore turistico

L’estate 2024 ha segnato un punto di svolta nel panorama turistico di Lido Sant’Angelo a Rossano. L’andamento delle presenze turistiche in questa stagione si è rivelato profondamente preoccupante, con cali significativi che hanno colpito persino i giorni di punta, come i venti giorni di agosto, tradizionalmente considerati il fulcro dell’attività estiva. Ho avuto modo di confrontarmi con un operatore turistico storico della zona, una persona che ha sempre creduto nel potenziale di sviluppo di questa costa. Con una voce carica di frustrazione e disillusione, mi ha confidato che il prossimo anno non investirà più sulla costa. «Abbiamo lavorato tanto, sostenendo costi elevati per il personale, poi i tanti controlli, ma non riusciamo nemmeno a coprire le spese», ha dichiarato, evidenziando una realtà che molti imprenditori locali conoscono bene ma che è difficile da accettare. Questa confessione, che risuona come un grido d’allerta, non può essere ignorata e deve servire da campanello d’allarme per le istituzioni e per chiunque abbia a cuore il futuro di Lido Sant’Angelo. I motivi alla base di questa crisi non sono solo legati alla diminuzione dei flussi turistici, ma affondano le radici in una stagnazione gestionale che perdura da anni. Nonostante le speranze e le promesse, da oltre un ventennio gli interventi per la riqualificazione della zona sono stati limitati a modifiche estetiche superficiali e a interventi di riqualificazione che non hanno mai affrontato le problematiche strutturali e organizzative del territorio. Le uniche azioni significative hanno riguardato demolizioni necessarie lungo la costa, ma non sono state accompagnate da piani concreti per il rilancio e la valorizzazione dell’area. I dati parlano chiaro: la scarsità di turisti ha messo a dura prova non solo gli operatori del settore, ma anche l’intera economia locale. In un contesto in cui ci si aspettava un recupero significativo dopo le restrizioni pandemiche, le presenze hanno registrato un’inversione di tendenza preoccupante. Le strutture ricettive sono rimaste vuote, le attività commerciali hanno subito un calo drastico delle vendite e i servizi hanno faticato a mantenere un livello adeguato di qualità, trovandosi a dover fare i conti con una clientela sempre più esigente e selettiva. Questa situazione critica è aggravata dall’assenza di un progetto di sviluppo a lungo termine, capace di dare risposte concrete alle esigenze degli operatori. Le istituzioni locali devono rendersi conto che i tempi di attesa e le promesse senza azioni concrete non possono più essere tollerati. È urgente un cambio di rotta che preveda misure immediate e decisive. Le scelte strategiche devono essere supportate da un’azione coordinata tra gli enti pubblici e i privati, affinché si creino sinergie utili per il rilancio del turismo nella zona. Da anni di parla di Piano strutturale associato, di piano spiaggia, ma va tutto a rilento. Ed è ovvio che se non riusciamo a trovare sbocchi in questi settori, come nell’agricoltura, poi prende corpo l’industria pesante vista come necessità occupazionale.

Matteo Lauria – Direttore I&C

Una risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: