La città di Corigliano-Rossano, insieme al suo comprensorio, si trova di fronte a un bivio di fondamentale importanza, ossia, la necessità di mettere in atto politiche volte alla creazione di nuovi posti di lavoro come nel resto d’Italia d’altronde. La mancanza di un’economia dinamica e diversificata rischia di condannare quest’area a un futuro di stagnazione e spopolamento. Ieri ho affrontato il tema del “deserto turistico” che affligge la costa rossanese in questo mese di luglio. Una situazione aggravata da politiche scellerate che hanno privilegiato gli insediamenti residenziali a scapito dello sviluppo economico e turistico. Basta pensare che nel cuore di lido Sant’Angelo non c’è un bancomat, non ci sono negozi di abbigliamento, un punto vendita di souvenir o edicole. È impensabile che un’area con un potenziale così grande rimanga intrappolata in una spirale di abbandono e declino. Oggi dobbiamo fare i conti con il rischio di un sistema pensionistico insostenibile e con un preoccupante blocco delle nascite. Se non si creano nuovi posti di lavoro, le pensioni future saranno a rischio, e senza occupazione non si formano nuove famiglie né nascono bambini. Questo avrà conseguenze drammatiche sia nell’immediato che nel lungo termine. Già assistiamo a chiusure di scuole e accorpamenti, segni inequivocabili di un depopolamento in atto che, se non contrastato, porterà alla desertificazione demografica e sociale del nostro territorio. Altro che terza città della Calabria! In questo contesto, è essenziale aprirsi all’imprenditoria sana e capace di generare occupazione. Dobbiamo lottare per elevare Corigliano-Rossano a capoluogo, un passo che permetterebbe di intercettare maggiori fondi e di ottenere un indotto istituzionale più consistente. La creazione di un’area metropolitana nel golfo di Taranto potrebbe essere una strategia vincente per rilanciare l’economia locale, attrarre investimenti e migliorare la qualità della vita dei residenti. È tempo di smettere di concentrarsi su problemi secondari come autovelox, fogne e marciapiedi. Questi problemi, seppur importanti, non possono essere la priorità di una classe dirigente che deve affrontare sfide ben più rilevanti. È in gioco la qualità della vita delle generazioni future e la sopravvivenza stessa della nostra comunità. Per raggiungere questi obiettivi, è necessario un cambio di paradigma nelle politiche locali. Serve una visione a lungo termine che metta al centro il lavoro, la famiglia e la crescita demografica. Solo così Corigliano-Rossano potrà diventare un esempio di rinascita economica e sociale, capace di offrire opportunità e speranza ai suoi abitanti. L’emergenza è ora. Agiamo subito.
Il dilemma della Baker Hughes: Opportunità o rassegnazione?
La questione della Baker Hughes rappresenta un esempio paradigmatico della situazione attuale. È normale che, in assenza di posti di lavoro provenienti dal turismo, dall’agricoltura e dal terziario, si finisca per accettare tutto, inclusa l’insediamento di una multinazionale come la Baker Hughes. Ma cosa ci lamentiamo a fare? La realtà è che, senza un piano strategico per la creazione di posti di lavoro sostenibili e diversificati, la comunità è costretta ad accettare qualsiasi opportunità economica che si presenti, anche se non in linea con una visione di sviluppo a lungo termine. La situazione economica di Corigliano-Rossano è complessa e richiede interventi multidimensionali. Il settore turistico, pur avendo un potenziale enorme, è rimasto sottosviluppato. La costa rossanese potrebbe diventare un polo di attrazione turistica, ma questo richiede investimenti in infrastrutture, servizi e promozione. L’agricoltura, un altro pilastro dell’economia locale, necessita di modernizzazione e di accesso a mercati più ampi. Il terziario, infine, potrebbe crescere se adeguatamente sostenuto da politiche di sviluppo economico e formazione professionale. Per superare queste sfide, è cruciale promuovere una collaborazione tra settore pubblico e privato, coinvolgendo anche le università e i centri di ricerca. L’innovazione deve diventare il motore del cambiamento, favorendo l’introduzione di nuove tecnologie e pratiche sostenibili in agricoltura, turismo e servizi. Solo attraverso una sinergia tra diversi attori sarà possibile creare un’economia resiliente e capace di adattarsi alle sfide del futuro. Da oltre trent’anni parliamo di Enel, ma sembra che siamo sempre al punto di partenza. Pian piano, diciamo con comodità, si stanno affrontando i temi della 106 e della tratta ferrata, ma ci perdiamo nei soliti conflitti paesani senza rendersi conto che non c’è più tempo da perdere, per non parlare delle quesitoni attinenti la sanità e la giustizia. Corigliano-Rossano e il suo comprensorio hanno davanti a sé una scelta: rimanere intrappolati in un ciclo di declino e rassegnazione, o abbracciare un futuro di crescita e prosperità. Questo richiede coraggio, visione e la volontà di prendere decisioni difficili. La comunità deve unirsi per sostenere politiche che promuovano la creazione di posti di lavoro, l’innovazione e lo sviluppo sostenibile. Solo così potremo garantire un futuro migliore per le generazioni a venire.
Matteo Lauria – Direttore I&C