Nell’attuale panorama politico italiano, la crisi dei partiti ha portato a una progressiva degenerazione della qualità della classe dirigente. Michele Santoro, in un recente intervento in Sicilia, ha sollevato una questione cruciale: la politica deve essere guidata dai migliori individui con un passato e un presente specchiato.
Ad oggi persino la composizione delle liste elettorali si è trasformata in un gioco di compromessi e ricatti, lontano dalla selezione dei più competenti e meritevoli. Questo clima culturale ha generato un terreno fertile per l’arruolamento di candidati spinti più da pressioni e promesse che da una vera vocazione politica.
Tuttavia, questa situazione non può più essere tollerata passivamente. È giunto il momento di una rivoluzione culturale che coinvolga tutti i settori della società: dagli intellettuali alla chiesa, dagli artisti al mondo della formazione e dell’associazionismo culturale, dal giornalismo al mondo delle professioni.
È ora di alzare la voce contro il degrado che ha pervaso la politica italiana. Non possiamo più restare inerti di fronte a un sistema che premia l’effetto emotivo piuttosto che la sostanza dei programmi. Tra poco si darà spazio al degrado e alla recrudescenza con i soliti attacchi personali e le offese tra candidati contrapposti, ma non possiamo permettere che il dibattito politico sia ridotto a un gioco di pancia, privo di ideali e di visione a lungo termine.
È urgente un cambio di rotta, guidato da una nuova classe dirigente che ponga al centro della propria azione il bene comune e l’interesse collettivo. Solo così potremo sperare in un futuro politico più luminoso per il nostro Paese.
Matteo Lauria – Direttore I&C
2 risposte
Analisi perfetta ! La crisi dei Partiti Politici da anni crea le condizioni da Lei citate , nonostante ciò questa volta noi di Rifondazione Comunista insieme ad alcuni Dirigenti locali del PD abbiamo cercato di ragionare attorno a un tavolo inclusivo di forze politiche e Movimenti per creare una alleanza e un programma politico del Centrosinistra e a scegliere il candidato a Sindaco. Purtroppo la situazione esistente nel Partito Democratico ma anche in Rifondazione Comunista non ha consentito ciò. Il “Tifo” la voglia di escludere forze politiche come la nostra , la condizione di non accettare la vista del simbolo del nostro Partito è ormai una precondizione inaccettabile . Quest ‘anno ho notato la fretta e la voglia di tanti componenti di Partiti del Centro Sinistra di salire sul carro del presunto “vincitore” (gente del PD, Socialisti , Sinistra Italiana, ecc.)pronti per occupare posti in prima fila , senza guardarsi attorno per accogliere proposte programmatiche (tanto c’è il programma di Stasi ) , senza una valutazione di come e cosa si è amministrato in un tutt’uno tra maggioranza e minoranza , cosa che sarà difficile da sciogliere anche in un futuro leggendo tanti segnali anche tra alcuni candidati nelle liste presentate da entrambi gli schieramenti . Abbiamo da poco ripreso ad organizzare il Ns Partito e purtroppo siamo arrivati a questo appuntamento elettorale anche noi con problemi che ci hanno costretto a rinunciare a competere con una nostra lista e un nostro candidato a Sindaco, la questione della “Fusione” ha creato tra i Compagni di Corigliano delle perplessità orientati a non candidarsi richiamandosi alle loro posizioni “scissionistiche “. Concludo con la speranza che si ritorni a parlare di Politica , che non si pensi a annullare i Partiti Politici che oltre a formare nuovi Dirigenti sono i luoghi naturali nei quali si discutono i veri problemi del nostro territorio e attraverso i quali si informa la popolazione , non tutti hanno un PC e un sito internet. In ultimo penso ai tanti Giovani messi in lista per portare 10 voti, illusi e sacrificati affinchè qualche ex “lancillotto ” continui a gestire potere.
I miei complimenti sinceri a Matteo Lauria. La politica deve essere il punto nobile della società. Siamo noi cittadini che dobbiamo convincere e oggi invece la politica x noi cittadini al massimo è la continuità del tran tran quotidiano. Detto ciò cosa bisogna fare x passare dalle parole ai fatti? Questo Matteo non lo spiega , potrebbe essere la riflessione x il prossimo editoriale. Fabio Menin