Quel che invece è stata fatta passare come messaggio in maniera vile e volgare, è l’idea che gran parte dei giornalisti sia compromessa, corrotta, connivente col sistema. Se un editore (datore di lavoro dei giornalisti) ha interessi da tutelare, si può pensare che un giornalista suo dipendente possa fare un’inchiesta contro il suo datore di lavoro utilizzando la testata giornalistica di sua proprietà? E’ da stupidi e sciocchi pensare ciò, solo un popolo di ipocriti e di falsi può immaginare una cosa del genere. Lo stesso popolo che, però, paga supino il canone RAI, avallando il sistema di spartizione clientelare, da manuale Cencelli. Il problema è tuttavia trovare un capro espiatorio. E qual è se non quello di scaricare sui giornalisti.
Altro filone è il capitolo “giustizia”. Qui si parla di riforma partendo dalla prescrizione, pensate un po’! Questo sarebbe il cambiamento? Servono invece interventi strutturali radicali : via la politica dal Consiglio superiore della magistratura, separazione netta delle carriere ( intelligence – solo veri professionisti – con spiccate attitudini), abolizione dell’attribuzione di meriti e crescita professionale per anzianità di servizio e introduzione immediata del merito per qualità di servizio reso e produttività. Nelle ultime ore il procuratore antimafia Nicola Gratteri ha dichiarato pubblicamente che ha dovuto anticipare di un giorno la nota operazione contro la ‘Ndrangheta poiché i boss sapevano tramite una fuga di notizie. E’ normale che lo Stato sia così vulnerabile? I boss sapevano e lo Stato sa che sanno? Siamo all’assurdo! Ecco perché abbiamo bisogno di una netta separazione tra politica e magistratura. Purtroppo ho seri dubbi che la politica voglia realmente riformare giornalismo e magistratura. C’è molta pochezza in giro, l’onestà è un valore che spesso si predica ma non si pratica. Come si può, ad esempio, non assumere un dato inconfutabile secondo cui in Italia uno dei fenomeni più diffusi sia la corruzione? E sappiamo anche che tale fenomeno produce evidenti diseconomie, basta dare uno sguardo alle cause per cui la Grecia sia caduta in default! Quale organo dello Stato deve combattere la corruzione in via repressiva? La magistratura. Lo fa? Non mi risulta. Non è quindi un problema di uomini e donne, ma di nuove regole. Che non è certo mettere mano ai tempi di prescrizione, argomento magari giusto ma non risolutivo del problema giustizia.
Matteo Lauria – Direttore I&C