Editoriale. Mare sporco: tra responsabilità civile e interventi strutturali

Negli ultimi tempi, sui social media è iniziato un vero e proprio battage negativo riguardante le condizioni del mare, come se i bagnanti, spesso locali, vivessero su un pianeta diverso. Tuttavia, non possiamo ignorare il fatto che da anni esiste un problema di depuratori sottodimensionati rispetto alla crescente portata demografica, strutture abusive lungo la costa, canali di approvvigionamento per l’irrigazione del consorzio di bonifica e la presenza del Crati, considerato da alcuni una bomba ecologica. Senza dimenticare il fenomeno dei pozzi neri, di cui si tace. È interessante notare che coloro che pubblicano foto su Facebook potrebbero essere tra i protagonisti di questo disastro. Pertanto, anziché condividere immagini sui social, dovremmo concentrarci sulla responsabilità civile nel rispettare le leggi e nel sostenere partiti e movimenti politici con programmi concreti in mano, evitando la retorica vuota. Il vero problema è che tutto ciò arreca un grave danno all’immagine del nostro territorio. Dobbiamo smettere di soffermarci sugli effetti e iniziare a guardare alle cause reali del problema. È indispensabile un intervento strutturale che richiede fondi per l’adeguamento degli impianti di depurazione e, soprattutto, uno snellimento della burocrazia. In primo luogo, è fondamentale investire nelle infrastrutture di depurazione. I depuratori devono essere dimensionati in modo appropriato per far fronte alla crescente popolazione che affolla le nostre spiagge. Quindi stop a nuova edilizia almeno fino a quando non saranno adeguati gli impianti di depurazione. Sara possibile? Solo così potremo garantire un trattamento adeguato delle acque reflue e preservare la salute del nostro mare.

Matteo Lauria

In secondo luogo, è necessario affrontare le strutture abusive lungo la costa. Queste costruzioni illegali non solo danneggiano l’ambiente, ma anche l’immagine stessa del territorio. Occorre un’azione decisa per rimuovere tali strutture e ripristinare la bellezza naturale delle nostre spiagge. Inoltre, dobbiamo affrontare il problema dei canali di approvvigionamento per l’irrigazione del consorzio di bonifica e la questione del fiume Crati. È essenziale valutare attentamente l’impatto ecologico di tali pratiche e adottare misure correttive se necessario. Non possiamo permettere che un fiume che dovrebbe essere una risorsa diventi una minaccia per l’ecosistema marino. Infine, dobbiamo affrontare il fenomeno dei pozzi neri, che rappresenta una grave minaccia per la qualità delle acque marine. È indispensabile promuovere campagne di sensibilizzazione per educare la popolazione sul corretto smaltimento delle acque reflue e porre fine a questa pratica pericolosa e dannosa. Tuttavia, per attuare queste misure, è essenziale superare gli ostacoli burocratici che rallentano il progresso. Lo snellimento della burocrazia è fondamentale per garantire che gli interventi strutturali possano essere attuati in tempi rapidi ed efficienti. Il mare sporco non è solo un problema estetico, ma rappresenta una minaccia per l’ambiente, la salute pubblica e l’economia locale. È responsabilità di tutti noi agire concretamente per risolvere questa situazione. Dobbiamo smettere di focalizzarci solo sugli effetti e dedicarci alle cause reali, investendo in soluzioni durature e garantendo la tutela del nostro prezioso patrimonio marino. Solo così potremo preservare la bellezza del nostro territorio e costruire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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