Editoriale. Per una Nuova Provincia: la rivolta sociale per l’autodeterminazione Ionica

La necessità di una vera svolta per l’intera fascia ionica è ormai un imperativo categorico che non possiamo più ignorare. E quale potrebbe essere questa svolta se non l’istituzione di una nuova provincia, dotata di doppio capoluogo (Corigliano Rossano e Crotone)? Questa proposta non è soltanto un’idea: è una via concreta verso un futuro più promettente per le comunità che abitano queste terre. Tuttavia, raggiungere questo obiettivo richiede un’imponente pressione sociale che parta dalla base stessa della società.

La politica locale, purtroppo, non dispone della forza sufficiente per contrastare i poteri centralisti che da sempre monopolizzano le decisioni e gli investimenti. Questo non riguarda soltanto l’area del crotoniate o la Sibaritide, ma l’intera area ionica, che continua a perdere opportunità e a essere esclusa dai tavoli delle grandi decisioni, dove regnano sovrani i capoluoghi storici.

L’esempio dei fondi dell’agenda urbana, destinati a città come Cosenza, Catanzaro e Reggio, mentre Corigliano Rossano e Crotone restano escluse, è soltanto la punta dell’iceberg di un problema più ampio. Queste città storiche non solo detengono il monopolio in vari settori cruciali come giustizia, sanità, infrastrutture e gestione dei servizi, ma controllano anche i poteri decisionali istituzionali e politici.

Il motivo di questa disparità è evidente: l’assenza di una provincia sufficientemente popolosa. Con soli 150 mila abitanti, come nel caso di Vibo e Crotone, non si può aspirare a un reale sviluppo e a una giusta distribuzione delle risorse. Per esempio, per avere un ospedale hub, servirebbe un dato demografico di almeno 350 mila abitanti. La nuova Provincia Ionica sarebbe di circa 420mila abitanti ed entrerebbe a pieno titolo nella famosa cabina di regia.

Tuttavia, il potere non è nelle mani di pochi, ma dei cittadini stessi. È solo attraverso una forte pressione sociale, una mobilitazione diffusa e costante, che si potrà finalmente ottenere il cambiamento tanto necessario. Se la comunità ionica si unirà e farà sentire la propria voce, allora qualcosa si muoverà. Altrimenti, rischiamo di restare ancorati alla cultura del cappello in mano, dipendenti dalle decisioni altrui e privi del futuro che meritiamo. Le contrazioni dell’attuale situazione colpisce tutte le famiglie: chi non ha un figlio in casa costretto a lasciare questa terra? Chi non si reca per cure in strutture sanitarie del centro nord? Chi non è costretto a fare investimenti cospicui per mantenere i figli all’università? E via discorrendo… E allora smettiamola di stare alla finestra, ma mobilitiamoci…

Matteo Lauria – Direttore I&C

Una risposta

  1. Occorre passare dalle parole ai fatti caro Direttore, gli approcci di tipo filosofico-speculativo (e non mi riferisco ai tuoi validi contributi) hanno fatto il loro tempo. Concretamente bisogna riprendere quella pregevole iniziativa di quel comitato della Magna Grecia, magari convertendo questo sodalizio (perché no) in una lista per le imminenti elezioni amministrative, con un programma e con figure rappresentative di forte impatto sul territorio. In questo modo l’iniziativa acquisirebbe una valenza istituzionale e potrebbe conseguire quel sufficiente radicamento in questa Città che con Crotone dovrà guidare i nuovi auspicabili processi di cambiamento.

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