Una classe dirigente non solo incapace di creare posti di lavoro, ma non in grado neanche di produrre occasioni di lavoro, in una terra che se gestita da altri, possibilmente settentrionali, sarebbe un polmone economico! E invece, abbiamo solo tanti “baroni del sapere”, solo sulla carta, equilibristi di professione, affaristi di basso profilo e praticanti della doppia morale.
La famosa prima repubblica riusciva a coniugare, almeno in parte, gli interessi personali con quelli generali, oggi prevale il dilettantismo che ha finanche azzerato stimoli e voglia di partecipazione. E le masse rispondono con l’indifferenza. Meno male, direi, altrimenti scoppierebbe una incontrollabile rivoluzione sociale. Da più tempo abbiamo posto al centro la questione del piano spiaggia. E non a caso. Ben 18 chilometri di costa rossanese in cui gli stabilimenti balneari si possono contare sulle dita di una mano. Una oligarchia che impedisce la predisposizione di migliaia e migliaia di posti di lavoro. Si mal comprende, in realtà, che la riduzione dell’offerta abbatte la domanda. Sulla costa in sostanza si ha paura della concorrenza e della competitività che, al contrario, costituiscono un valore aggiunto al sistema turismo.
Oggi Corigliano Rossano è città unica, ma basta andare in località Corigliano per rendersi conto di quanta vitalità estiva si riscontra tra il lungomare di Schiavonea, la suggestiva Piazza Portofino e il noto White (discoteca, piano bar, ristorante). Per non parlare delle folle che si rinvengono sul tirreno, nell’area Diamante/San Nicola Arcella/Scalea/Praia. E a Rossano? Tutto rimane come sempre: si lavora in regime di semi monopolio e qualche serata estemporanea in specifici lidi. Questo è il contesto generale. Abbiamo poi l’Acquapark, struttura vissuta in maniera decontestualizzata al territorio e varie iniziative più o meno allettanti. Questo siamo stati capaci di realizzare, né più né meno! L’auspicio è che la fusione possa dare uno scossone a questo totale immobilismo, anche se si ha tutta l’impressione che tale progetto sia vissuto come strumento carrieristico che far breccia nello scenario politico.
Matteo Lauria – Direttore responsabile I&C