Editoriale, scontro tra turismo e industria: i porti jonici con Taranto

Ed ecco che riappare il solito dilemma che mette in contrasto il potenziale turistico di queste terre con le ambizioni industriali. Recentemente, un gruppo di manifestanti si è riunito al porto di Corigliano per esprimere il loro forte dissenso contro la progettazione di un cantiere destinato a ospitare pale eoliche e turbine nell’area portuale. Questo episodio mette in luce un’enigmatica incongruenza: perché stabilire insediamenti industriali in un’area che è destinata al turismo e alla marineria? La domanda che sorge è: quale legame esiste tra l’industria pesante e la vocazione turistica di queste coste? La risposta a questa domanda sembra ancora sfuggire alla comprensione, mentre la classe politica sembra restare in silenzio su un tema che dovrebbe essere estremamente chiaro. Un’altra questione che suscita perplessità riguarda la giurisdizione dell’autorità portuale. Perché collocare gli scali portuali di Crotone e Corigliano Rossano sotto l’ombrello dell’autorità portuale di Gioia Taranto, quando la città di Taranto è situata a poco più di un’ora di distanza? Questa decisione sembra controintuitiva e merita una riflessione approfondita. Alcuni politici hanno sollevato questo problema in passato, ma sembra che la questione si sia arenata senza una soluzione chiara.

Matteo Lauria

Il Comitato Magna Graecia da tempo si batte per la creazione di un’area metropolitana che includa Gallipoli, Crotone e altre città costiere, non certo per l’installazione di pale eoliche, ma per sviluppare un sistema di navigazione in rete tra i 24 porti esistenti. Questa rete potrebbe collegare le tre regioni via mare e ridurre notevolmente i tempi di viaggio. Tuttavia, queste proposte sembrano non trovare il supporto politico necessario per essere realizzate. Taranto, Crotone e Corigliano Rossano sono comunità che hanno subito il peso dell’industria pesante statale nel corso della storia, ed è giunto il momento di dire basta alle decisioni imposte dall’alto senza considerare il benessere delle popolazioni locali. Il Golfo di Taranto ha pagato un prezzo amaro a causa delle scelte industriali passate, eppure sembra che non si impari dagli errori. Il turismo potrebbe essere la chiave per un futuro sostenibile in queste regioni, ma occorre una chiara visione politica e un impegno concreto per realizzare questo potenziale. È ora di porre fine all’ambiguità tra le parole e le azioni e di mettere al centro delle decisioni il benessere delle comunità costiere. L’incertezza tra il turismo e l’industria rimane un tema dibattuto. È giunto il momento per la classe politica di ascoltare le voci della comunità e di prendere decisioni che promuovano il turismo sostenibile, rispettando l’identità e la bellezza uniche di queste terre. Il futuro delle coste ioniche è nelle mani di coloro che hanno a cuore il loro patrimonio naturale e culturale, e ora è il momento di agire con determinazione per un destino migliore.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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