La strada statale 106, nel tratto tra Rossano e Crotone, è uno dei tratti più pericolosi in assoluto, un’arteria che ha visto troppe vite spezzate, famiglie distrutte e sogni infranti. Eppure, nonostante questa dolorosa realtà, la tratta in questione continua a non essere considerata una priorità dagli enti preposti, sollevando interrogativi che non possono più essere ignorati.
Ancora sangue sull’asfalto, padri quarantenni che lasciano mogli e figli e giovani promesse stroncate troppo presto. Ogni tragedia su quella strada è un colpo al cuore e un monito per chi ha la responsabilità di garantire la sicurezza delle infrastrutture. Non si può continuare a giustificare tali perdite umane con il vecchio argomento che la causa non sia solo la strada. È vero, le condizioni stradali non sono l’unico fattore che contribuisce agli incidenti, ma è innegabile che quel tratto rappresenti una concausa significativa. La configurazione della strada, la sua manutenzione e il flusso di traffico sono elementi che non possono essere trascurati.
L’indifferenza mostrata verso la tratta Rossano-Crotone, a fronte di un’evidente urgenza di interventi, è sconcertante. Mentre altre tratte, come Roseto-Sibari, Sibari-Rossano e Crotone-Catanzaro, hanno ricevuto attenzione e risorse, la Rossano-Crotone, pur essendo la più pericolosa, è rimasta in secondo piano. Questo nonostante i dati sulle vittime e i continui appelli da parte delle comunità locali.
La domanda che oggi si impone con forza è: perché? Perché la tratta più pericolosa, quella che miete più vittime, è stata lasciata indietro? Le autorità preposte devono giustificare questa scelta. Non si tratta solo di una questione tecnica o finanziaria, ma di una questione morale. Ogni giorno che passa senza un intervento concreto è un giorno in cui altre vite sono messe a rischio.
Il silenzio delle istituzioni è assordante su questo punto. È stato detto a più riprese, in più circostanze, che la tratta Rossano-Crotone doveva essere una priorità, eppure tutti tacciono. Questo silenzio è insostenibile, soprattutto per chi ha perso un caro su quella strada maledetta.
Le autorità devono rispondere a un bisogno primario: la sicurezza. Non ci sono più scuse accettabili. La priorità deve essere data a chi rischia ogni giorno la propria vita su quella strada. È ora di smettere di ignorare la realtà e di agire con determinazione per mettere fine a questa strage silenziosa. La tratta Rossano-Crotone non può più essere relegata a una semplice voce di bilancio o a una questione tecnica: è una questione di vita o di morte.
Matteo Lauria – Direttore I&C