Editoriale. Traffico ferroviario: Il martirio dei pendolari Jonici

È giunto il momento di alzare la voce e mettere in luce il disagio che affligge i pendolari sulla tratta jonica: un sistema ferroviario che sembra essersi alleato con la frustrazione e l’inefficienza. È impossibile ignorare la situazione disastrosa che si sta manifestando, dove ogni viaggio quotidiano diventa una lotta contro un sistema insensibile, quasi progettato per rendere la vita dei pendolari un autentico inferno. La vicenda dell’eterno braccio di ferro tra il treno regionale da Crotone e l’unico Frecciarossa in partenza da Sibari alle 6.24 è un vero e proprio colpo basso. Il treno regionale, partendo alle 5 da Crotone con arrivo previsto a Sibari alle 6.17, sembra un’opzione razionale. Ma la realtà è ben diversa, con il Frecciarossa che non aspetta nessuno, spingendo i pendolari a una corsa contro il tempo che si trasforma in un incubo quotidiano. Le proteste dei cittadini, le lettere inviate alle istituzioni e le segnalazioni a programmi televisivi sembrano essere cadute nel vuoto. Il sistema ferroviario privatizzato, lontano dal garantire efficienza, sembra aver abbandonato i pendolari alla propria sorte, trasformando un viaggio che dovrebbe essere agevole in una prova da superare. Non possiamo ignorare nemmeno il lato umano: ci sono coloro che, oltre a combattere il caos quotidiano, devono affrontare il viaggio per ragioni di salute. Malati oncologici costretti a viaggiare per cure e controlli verso la Capitale o altri centri del Nord, ma il sistema sembra non curarsi minimamente delle loro difficoltà, dimostrando una totale mancanza di sensibilità.  Abbiamo raggiunto il punto di non ritorno: è ora di reagire apertamente a questo sistema indifferente e inefficace. È ora di alzare la voce contro un servizio ferroviario che fa orecchie da mercante alle esigenze dei pendolari. La richiesta di un cambiamento è urgente, perché i pendolari jònici non possono più essere vittime di un sistema che sembra prendersi gioco di loro. Mentre attendiamo risposte e azioni concrete, i pendolari jònici sono chiamati a ribellarsi, a rifiutare un destino di disagi e a richiedere un servizio ferroviario che rispetti i loro diritti e che li liberi dall’inferno quotidiano a cui sono attualmente condannati.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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