Con l’insediamento del nuovo Governo a guida M5S- Lega si aprono buone prospettive per la riapertura del tribunale di Rossano, in chiave di città unica. Già il contratto forniva garanzie al tal riguardo, ma un ulteriore elemento di supporto giunge dalla nomina dell’On. Alfonso Bonafede, quale ministro della giustizia, già parlamentare M5S nella precedente legislatura, nonché componente e vicepresidente della commissione Giustizia della Camera dei Deputati. E non nuovo alla problematica, già in passato ebbe modo di occuparsi dei disagi derivanti dalla soppressione dei presidi. Si potrà, dunque, mettere seriamente mano alla riforma della geografia giudiziaria partendo dalle vere necessità ed urgenze nel nostro territorio. La chiusura del presidio di Rossano ha reso più vulnerabile il sistema giustizia, l’unico presente lungo la costa tra Crotone e Taranto. Inutile ripetere i disagi che ha determinato quella illegale chiusura, così come è dispendioso in termini di energie e di tempo soffermarsi su chi vorrebbe che Corigliano Rossano non avesse un presidio di giustizia. Oggi, invece, l’aspetto importante è il ruolo dei cittadini, la capacità di farsi sentire anche mediante la piattaforma multimediale. Il nemico numero uno è e sarà l’indifferenza, il concetto di delega, la rassegnazione. La partecipazione attiva e l’impegno sociale dovrà essere moltiplicato. I tempi stanno cambiando, si respira aria nuova e diversa. E sul tema del tribunale, in cui si sono miscelati gruppi di malaffare, alta burocrazia e pezzi di istituzioni, è opportuno tenere la tensione e l’attenzione alta. Un ruolo significativo lo svolgeranno i quattro parlamentari del movimento 5 stelle, in particolare l’On. Elisa Scutellà, componente della commissione giustizia, alla quale è affidato un compito articolato e complesso. La Lega di Salvini, proprio sulla questione del tribunale di Rossano, in tempi non sospetti ha dimostrato interesse anche mediante la presentazione di interrogazioni parlamentari. A noi tutti cittadini il dovere civico di sostenere tale classe dirigente sul punto. Fino a ieri la partitocrazia ha tradito e ingannato quanti nutrivano speranze in una battaglia rivendicazionista che grida e urla giustizia. Tutto il quadro politico che ha svolto ruoli di governo ha fatto finta di non sentire, di non ascoltare, iniettando nei cittadini quella sensazione infausta di pensare che lo Stato sia marcio. Quante pacche sulle spalle, quante affermazioni ibride illusorie, quanti “dico e non dico”! Ora guardiamo al futuro con ottimismo, senza mollare la morsa. Ma molto dipenderà da noi cittadini e dai nostri margini di partecipazione alla vita pubblica.
Matteo Lauria- Direttore della testata giornalistica I&C