Guardiamo agli esempi che ci circondano. Ostuni, la “Città Bianca”, ha saputo trasformarsi in una delle mete turistiche più ambite del Sud Italia, grazie a una semplice strategia: valorizzare il proprio patrimonio architettonico con un piano colore coerente e accattivante. Le isole greche, con le loro casette imbiancate e le bouganville che scivolano dalle terrazze, hanno conquistato il cuore di milioni di visitatori, trasformando piccoli villaggi di pescatori in gioielli turistici. E mentre ci avventuriamo oltre i confini italiani, l’urbanistica moderna ci offre innumerevoli esempi di rigenerazione: da Medellín in Colombia, un tempo simbolo di violenza e oggi modello di rinascita urbana, a Lisbona, dove interi quartieri sono stati restituiti ai cittadini grazie a interventi artistici e urbanistici.
E allora, perché non sognare in grande per Corigliano-Rossano? Nei cassetti degli uffici urbanistici giace un “piano colore”, forse dimenticato, che potrebbe diventare il punto di partenza per un rinnovamento tanto necessario quanto auspicabile. Questo strumento, magari da aggiornare e da adattare alle esigenze moderne, potrebbe rappresentare la chiave per dare nuova vita ai nostri centri storici e alle aree periferiche.
Il coinvolgimento degli artisti locali sarebbe un passo fondamentale. La città pullula di talenti che, se messi in rete e supportati, potrebbero contribuire con idee innovative e progetti capaci di trasformare i quartieri più degradati in poli di attrazione. Perché non pensare a un concorso di idee? Perché non invitare architetti, designer e creativi a immaginare il futuro della nostra città? Una città che potrebbe rifiorire attraverso l’arte, il colore, e una rinnovata attenzione agli spazi pubblici.
Non dimentichiamo poi le nostre coste, spesso deturpate dal cemento selvaggio. Un’opera di riqualificazione delle aree litoranee, con interventi mirati per restituire bellezza e accessibilità, potrebbe non solo migliorare la qualità della vita dei residenti, ma anche attrarre un turismo più consapevole e sostenibile.
Certo, l’immobilismo è il peggior nemico del cambiamento. Continuare a rimandare, aspettando che qualcun altro si faccia carico del problema, significa condannare la nostra città a un lento declino. Ma se riuscissimo a superare questa inerzia, se riuscissimo a credere nel potenziale di Corigliano-Rossano, potremmo davvero fare la differenza.
Il futuro della nostra città dipende da noi: dagli amministratori che hanno il compito di pianificare e investire, dai cittadini che devono riscoprire il valore del bene comune, dagli artisti e dai creativi che possono dare forma a una nuova visione. Una visione in cui i nostri centri storici tornano a splendere, in cui i quartieri più degradati diventano laboratori di innovazione e bellezza, in cui la nostra costa si riconcilia con la natura e con il mare.
Un pennello, una pianta di buganvillea, e la volontà di cambiare. A volte non serve altro per trasformare un’intera città.
Matteo Lauria – Direttore I&C
Una risposta
Bravissimo.
Questo è un ottimo editoriale ricco non solo di commenti etici , ma con visione di lungo periodo.