Al 17 luglio 2024, i dati nazionali sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia mostrano una leggera risalita dei nuovi casi. L’incidenza dei casi diagnosticati è aumentata a 15 per 100.000 abitanti, rispetto ai 9 della settimana precedente. Gli ospedali reggono, con un’occupazione dei posti letto in area medica stabile al 1,9% e in terapia intensiva allo 0,5%. La variante JN.1 continua a essere predominante. Questo scenario nazionale ci offre una cornice per comprendere la situazione specifica di Corigliano Rossano, dove l’emergenza sanitaria assume toni particolarmente preoccupanti. A Corigliano Rossano, la gestione della pandemia sembra essere lasciata all’improvvisazione. Il polo Covid, un tempo presente al “Nicola Giannettasio” di Rossano, è stato smantellato, lasciando la popolazione della fascia jonica senza un punto di riferimento adeguato. Ora, l’ospedale svolge solo attività ambulatoriali, nonostante i precedenti impegni che garantivano la permanenza di un reparto di pneumologia. Questo smantellamento ha lasciato un vuoto di garanzia e di sicurezza per i pazienti ad alto rischio. Al momento i cittadini si affidano ai test farmaceutici e ai medici di base. La nuova variante di Covid-19, nota per la sua facile trasmissibilità, rappresenta una minaccia particolarmente grave per chi soffre di problemi respiratori o per i pazienti fragili. Si tratta di pazienti che non possono gestire la malattia con i soli farmaci da banco come Brufen o Tachipirina. La mancanza di un supporto ospedaliero adeguato rende la situazione ancora più critica. Le cifre nazionali ci dicono che, sebbene l’incidenza dei casi sia in aumento, il tasso di ospedalizzazione e di mortalità rimane più elevato nelle fasce di età più avanzata, con un tasso di ospedalizzazione di 34 e 80 per 1.000.000 abitanti rispettivamente per le fasce 80-89 e oltre 90 anni. La trasmissibilità (Rt) è aumentata a 1,20, indicando una diffusione ancora attiva del virus. Se è vero che l’ondata degli anni trascorsi non è paragonabile a quella attuale per gravità e mortalità, è altrettanto vero che oggi chi si infetta è abbandonato a se stesso. Si auspica una maggiore attenzione al problema da parte delle autorità competenti. E anche maggiore senso civico tra i cittadini.
Matteo Lauria – Direttore I&C