«Lo Stato arretra e lo fa fuori dalle regole. Ciò che stupisce è il silenzio delle istituzioni, tutte. Nessuna esclusa. Quel che è accaduto nella Sibaritide, in particolare a Rossano, mina i principi cardine della democrazia, calpesta la carta costituzionale, uccide l’economia e l’occupazione. E questa volta non è di certo l’antistato a frenare le occasioni di sviluppo e di crescita ma lo Stato che con la sua arroganza promuove atti e provvedimenti che, addirittura, favoriscono processi di decrescita, di povertà e di drammatica disoccupazione». Il coordinamento cittadino di Forza Italia rompe ogni indugio su questioni delicate su cui da anni grava uno strano silenzio, frutto di connivenze, di omertà, di incapacità territoriale a saper fare sintesi perché venga ripristinata la legalità. «Dalle recenti risposte fornite dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando– si ribadisce dal coordinamento forzista – sono emersi spunti raccapriccianti, dai quali si evincono più elementi di riflessione, tra questi la tendenza dei vari governi pro tempore di varare leggi e norme senza conoscere i territori e di assumere decisioni che spesso obbediscono o a logiche clientelari o a mero burocratismo interessato». Il coordinamento azzurro richiama le posizioni del Gruppo d’Azione per la Verità sul Tribunale di Rossano il cui movimento ha sottolineato come con la chiusura dell’ex presidio giudiziario siano stati violati ben 12 articoli della Costituzione italiana. E tutto questo con l’avallo dei giudici della Corte Costituzionale, i quali dovrebbero vigilare a tutela e a garanzia dei diritti posti alla base di una fondamentale legge dello Stato. «Con la soppressione del tribunale di Rossano sono stati negati i diritti essenziali (al lavoro, alla giustizia, alla mobilità, alla famiglia, etc) senza i quali non è possibile garantire neppure i livelli minimi di sopravvivenza. Si pensi al personale della vigilanza costretto a sciogliere la cooperativa di appartenenza dopo trent’anni di attività e ora senza un futuro, ai tanti giovani e meno giovani avvocati che hanno lasciato la toga per altre attività, ai tanti commercialisti (sciolto l’Ordine e accorpato a Castrovillari) che rinunciano a incarichi professionali, ai commercianti che hanno abbassato definitivamente le saracinesche indebitandosi per le spese sostenute. E tanti altri disagi su cui pure si è responsabilmente relazionato. A fronte di tutto ciò i giudici della Corte Costituzionale hanno inteso, con apposita sentenza, definire “efficiente e produttiva” la riforma della geografia giudiziaria che ha sancito la soppressione del presidio e il successivo accorpamento in un tribunale incapiente, per giunta di una città più piccola per dimensione demografica e neanche capoluogo di provincia, così come aveva previsto il legislatore in un primo momento. Non può uno Stato serio non tenere in considerazione che dietro alcuni provvedimenti si decide la vita delle persone, oggi radicalmente trasformata. C’è chi ha perso il lavoro, chi invece ha avuto un repentino distacco dal nucleo familiare, chi ha persino perso la vita per la sensazione di isolamento e di abbandono dal contesto familiare. Perché lavorare a Castrovillari, per chi vive in riva allo Jonio o nelle zone della “Sila Greca” significa uscire di casa al mattino alle 5 e fare rientro alle 18. Aspetti, questi, che forse gli Organi dello Stato disconoscono. Oggi più che mai- conclude il coordinamento di Fi- diventa sempre più attuale l’esigenza di lavorare nella direzione di una vera ferma e netta distinzione tra i poteri dello Stato, mettere mano quindi alla Costituzione italiana introducendo l’elezione diretta del Capo dello Stato (presiede il Consiglio Superiore della Magistratura) e dei Giudici della Corte Costituzionale, due organismi che non devono dare conto ai partiti ma ai cittadini». Questo territorio ha bisogno di una deputazione parlamentare nazionale e regionale più incisiva e rappresentativa. Non basta la presentazione di interrogazioni e/o interpellanze, spesso senza risposte, tanto tardive quanto inutili. La storia, anche recente (ex tribunale di Rossano), è la dimostrazione plastica della scarsa considerazione che Governo e Parlamento hanno della rappresentanza istituzionale calabrese. Nelle ultime ore, è solo grazie all’impegno risolutivo del Consigliere regionale Giuseppe Graziano che si è tenuto in vita il centro medico legale dell’Inps. Il resto è solo propaganda fumosa che ormai non inganna nessuno.(comunicato -Coordinamento cittadino di Forza Italia)