Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Fiaccolata a Rossano: Giustizia per Saverio, il silenzio di una città che non ci sta

Una pioggia battente non ha fermato la marcia silenziosa per ricordare il piccolo Saverio Junior, morto a cinque mesi tra gli ospedali di Rossano, Corigliano e Cosenza. Una fiaccolata accesa dalla disperazione, ma soprattutto da una comunità che chiede giustizia e verità. I partecipanti, tra cui genitori, amici e tanti semplici cittadini, hanno indossato una maglietta bianca e portato uno striscione con scritto: «Per non dimenticare, tutti uniti per Saverio». La manifestazione è partita da viale Sant’Angelo, ha attraversato il sottopasso Tornice e ha raggiunto la villa comunale, dove si è tenuto un presidio pacifico vigilato da agenti del commissariato di pubblica sicurezza e dalla polizia municipale. Nessun grido, solo fiaccole e passi bagnati.

La voce dei familiari

Tra le voci più cariche di dolore, quella di Adele Olivo, familiare del piccolo: «Perché questa fiaccolata? Per dire ‘mai più’. Tutti ormai conoscono la vicenda: il piccolo Saverio Junior non c’è più. Una tragedia che non dovrebbe mai colpire un bambino. I suoi genitori sono qui per affermarlo con forza. Lo gridano, ma in silenzio. Perché anche il silenzio può fare rumore». Una richiesta che va oltre il dolore privato:  «Non siamo qui solo per Saverio, ma per evitare che tragedie simili colpiscano altri bambini, ovunque nel mondo. Chiediamo verità, vicinanza, attenzione. Che i riflettori restino accesi. Abbiamo acceso una luce simbolica, perché tutta la comunità possa camminare con noi in questo percorso: un cammino di giustizia, di tutela della salute e della vita». E poi l’appello: «Strappare un bimbo ai genitori giovani non è possibile, è disumano. Non tornerà più, sicuramente non tornerà più, magari… ma noi vogliamo giustizia. Loro chiedono e urlano giustizia». Alla domanda su cosa possa essere successo, Adele risponde: «Io credo che ci sia stato un rallentamento nel soccorso, si è perso troppo tempo. Non se lo spiegano i genitori, non ce lo spieghiamo noi familiari. Io credo che un dottore, per etica professionale, debba fare tutto il possibile per salvare un bambino. Poi sarà la giustizia a stabilire la verità, ma credo che tutto questo non sia stato fatto».

Zagarese: «La mia voce sarà ancora più forte»

Alla fiaccolata ha partecipato anche l’avvocato Ettore Zagarese, legale della famiglia, presente in veste di semplice cittadino: «Sono qui esclusivamente come cittadino. La città di Rossano e Corigliano sta mandando un grande messaggio ai politici, a chi si occupa di sanità, a chi ha il dovere di tutelare i bambini. Nonostante la pioggia, vedete una città che protesta e chiede che la sanità risponda in maniera adeguata». Poi l’accusa, senza mezzi termini: «Urla vendetta a Dio che un bimbo di cinque mesi debba morire per questi motivi. Questa fiaccolata è il segnale di una città che ha detto basta ai soprusi, che si ribella all’idea di essere trattata come una città di serie C». E in chiusura, un impegno personale: «La mia voce si alzerà fortissima, ancora più forte rispetto al solito, affinché questo bimbo di cinque mesi abbia giustizia, e con lui tutta la famiglia che soffre».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: