Una pioggia battente non ha fermato la marcia silenziosa per ricordare il piccolo Saverio Junior, morto a cinque mesi tra gli ospedali di Rossano, Corigliano e Cosenza. Una fiaccolata accesa dalla disperazione, ma soprattutto da una comunità che chiede giustizia e verità. I partecipanti, tra cui genitori, amici e tanti semplici cittadini, hanno indossato una maglietta bianca e portato uno striscione con scritto: «Per non dimenticare, tutti uniti per Saverio». La manifestazione è partita da viale Sant’Angelo, ha attraversato il sottopasso Tornice e ha raggiunto la villa comunale, dove si è tenuto un presidio pacifico vigilato da agenti del commissariato di pubblica sicurezza e dalla polizia municipale. Nessun grido, solo fiaccole e passi bagnati.
La voce dei familiari
Tra le voci più cariche di dolore, quella di Adele Olivo, familiare del piccolo: «Perché questa fiaccolata? Per dire ‘mai più’. Tutti ormai conoscono la vicenda: il piccolo Saverio Junior non c’è più. Una tragedia che non dovrebbe mai colpire un bambino. I suoi genitori sono qui per affermarlo con forza. Lo gridano, ma in silenzio. Perché anche il silenzio può fare rumore». Una richiesta che va oltre il dolore privato: «Non siamo qui solo per Saverio, ma per evitare che tragedie simili colpiscano altri bambini, ovunque nel mondo. Chiediamo verità, vicinanza, attenzione. Che i riflettori restino accesi. Abbiamo acceso una luce simbolica, perché tutta la comunità possa camminare con noi in questo percorso: un cammino di giustizia, di tutela della salute e della vita». E poi l’appello: «Strappare un bimbo ai genitori giovani non è possibile, è disumano. Non tornerà più, sicuramente non tornerà più, magari… ma noi vogliamo giustizia. Loro chiedono e urlano giustizia». Alla domanda su cosa possa essere successo, Adele risponde: «Io credo che ci sia stato un rallentamento nel soccorso, si è perso troppo tempo. Non se lo spiegano i genitori, non ce lo spieghiamo noi familiari. Io credo che un dottore, per etica professionale, debba fare tutto il possibile per salvare un bambino. Poi sarà la giustizia a stabilire la verità, ma credo che tutto questo non sia stato fatto».
Zagarese: «La mia voce sarà ancora più forte»
Alla fiaccolata ha partecipato anche l’avvocato Ettore Zagarese, legale della famiglia, presente in veste di semplice cittadino: «Sono qui esclusivamente come cittadino. La città di Rossano e Corigliano sta mandando un grande messaggio ai politici, a chi si occupa di sanità, a chi ha il dovere di tutelare i bambini. Nonostante la pioggia, vedete una città che protesta e chiede che la sanità risponda in maniera adeguata». Poi l’accusa, senza mezzi termini: «Urla vendetta a Dio che un bimbo di cinque mesi debba morire per questi motivi. Questa fiaccolata è il segnale di una città che ha detto basta ai soprusi, che si ribella all’idea di essere trattata come una città di serie C». E in chiusura, un impegno personale: «La mia voce si alzerà fortissima, ancora più forte rispetto al solito, affinché questo bimbo di cinque mesi abbia giustizia, e con lui tutta la famiglia che soffre».
![]() |
![]() |
![]() |