Il Coordinamento “Giù le mani dal Porto di Schiavonea (e dal territorio)” torna a farsi sentire e auspica che la decisione della BH-Nuova Pignone di abbandonare il progetto industriale nel Porto sia definitiva. La questione, secondo gli attivisti, presenta criticità sia sul piano tecnico che giuridico, già segnalate alle autorità competenti. Nei mesi di battaglia e approfondimenti, il Coordinamento ha rilevato come la narrazione pubblica del progetto sia stata manipolata. Alcune notizie diffuse in modo mirato hanno generato nelle persone false aspettative e promesse irrealistiche, descritte con toni entusiastici paragonabili alle scenografie di un film di Walt Disney. Secondo il gruppo, dietro questi racconti si celava la realtà di un esperimento industriale senza precedenti nel settore della metallurgia pesante. Tutto è emerso pubblicamente nell’ottobre 2023, quando i cittadini di Corigliano-Rossano hanno appreso che l’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, presieduta dall’Ammiraglio Andrea Agostinelli, stava lavorando per concedere per trent’anni le principali banchine del Porto alla multinazionale Baker Hughes, attraverso la controllata Nuova Pignone.
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L’accordo avrebbe previsto l’uso esclusivo delle banchine 1,2,3 e 4 con la rispettiva darsena n.1, sottraendo di fatto alla comunità locale la parte più strategica dell’infrastruttura portuale. Un colpo durissimo per il tessuto economico locale e per lo sviluppo del territorio. Per comprendere l’importanza del Porto di Schiavonea, il Coordinamento ricorda le realtà economiche già presenti: Mercato Ittico: snodo vitale per la più grande flottiglia calabra con un indotto lavorativo che si estende oltre i confini regionali; Progetto per banchina crocieristica: già finanziato con 12 milioni di euro, potrebbe attrarre turismo e investimenti. Il progetto, inspiegabilmente sospeso dalla Regione Calabria, sarà oggetto di una prossima proposta del Coordinamento; Ormeggi per imbarcazioni da diporto: una realtà già consolidata e rilevante nel panorama nautico; Cantiere di alaggio e varo: uno dei più importanti del Golfo di Taranto, ora pienamente operativo; Sezione di Biologia Marina dell’Università della Calabria (UNICAL): una presenza accademica di prestigio all’interno della struttura del mercato ittico. Alla luce di queste considerazioni, il Coordinamento Giù le mani dal Porto (e dal territorio) ribadisce il proprio impegno nella difesa del Porto di Schiavonea e del suo sviluppo sostenibile. Sono in preparazione nuove iniziative e proposte concrete, che saranno annunciate nei prossimi mesi.
Una risposta
Occorre aggiungere:
LA PRESENZA DI 40 PESCHERECCI CHE RAPPRESENTA LA MARINERIA STORICA DI SCHIAVONEA, CON IL SACRIFICIO DI 12 VITE UMANE NEL 1974, E UN LAVORO DURO E RISCHIOSO PER I PESCATORI DI SCHIAVONEA. ATTIVITA’ A RISCHIO NEL CASO DELL INDUSTRIA PESANTE ALL INTERNO DEL PORTO, UNICO CASO IN ITALIA CON UN PORTO CHE OSPITA UN INDUSTRIA PRIVATE SENZA ALCUN COLLEGAMENTO CON IL TERRITORIO.