Gli strumenti UE pesca, in questo momento di grave emergenza, sono in linea con il settore della pesca al tempo del Covid-19? E ancora, le importanti risorse UE pesca non dovrebbero accompagnare il cambiamento in atto nel settore della pesca, ed in particolare incentivare e sostenere gli interventi in modalità inter-settoriale nell’ambito dell’economia costiera? Alla luce della crisi sanitaria ed economica collegata al Coronavirus, la DG Mare della Commissione europea ha invitato gli Stati membri a informare i FLAG della possibilità di aggiornare le proprie Strategie per sostenere più efficacemente le imprese della pesca e dell’acquacoltura. Non sarebbe opportuno controllare se le risorse risultano utilizzate per sostenere il settore? O, invece, ci lasciamo andare ad interventi estemporanei giusto per aumentare il consenso fra i pescatori disorientati per l’emergenza in atto? Milioni di euro spesi nelle due ultime programmazioni senza nessun risultato di rilievo per l’occupazione e lo sviluppo settoriale in modalità inter-settoriale. Ad oggi, purtroppo, con scarsi risultati non è esagerato affermare che siamo in presenza di dispendio di risorse pubbliche. E con questi risultati deludenti, forse, sarebbe opportuno una riflessione da parte di qualche amministratore pubblico. Per ulteriore chiarezza vogliamo ricordare ancora una volta che ai pescatori non interessa la ricerca del consenso per fortune personali; al contrario ai pescatori e al settore della pesca interessa avere amministratori pubblici responsabili in grado di governare nel pieno rispetto della legalità e della trasparenza le importanti risorse dell’Unione Europea per contribuire ad assicurare un futuro ai pescatori e alle nostre Comunità costiere. Ma, per andare in questa direzione c’è bisogno di scelte coraggiose per cercare di mettere al bando i tanti faccendieri interessati soltanto a gestire le risorse pesca dell’Unione Europea. E, pertanto, per far ripartire il settore al tempo dell’emergenza Covid-19 serve anche moralità e trasparenza e per questo siamo convinti – conclude Salvatore Martilotti – che la Regione Calabria è chiamata ad uno sforzo straordinario per rispondere ad una crisi straordinaria. La pur buona performance contabile non è però sufficiente per traghettare le imprese fuori da questa grave crisi sanitaria ed economica. Per far ripartire la pesca e l’intera filiera è indispensabile liquidità sotto forma di bonus, ma anche reperire risorse aggiuntive, per dare seguito agli strumenti messi in campo dalla legge regionale di settore, che è tra le più innovative a livello nazionale, ma che è rimasta finora inattuata per la completa assenza di ogni dotazione. Le priorità su cui puntare sono: l’Osservatorio regionale della pesca, strumenti finanziari innovativi come l’Agenzia per lo sviluppo delle imprese ittiche, aiuti all’occupazione ed alle attività di servizio e supporto ai sistemi produttivi, ma anche interventi per riposizionare lo strumento strategico dei Gruppi di Azione costiera (FLAG) , quali pilastri di un nuovo modello di sviluppo integrato della pesca, in un momento di così grande e profonda emergenza sanitaria ed economica del settore pesca e dell’intera filiera (Comunicato stampa).
Salvatore Martilotti
“Comitato Pescatori Calabria”