Tra pochi giorni, il 28 giugno, cade l’anniversario dei moti di Stonewall, ricorrenza che a molti non dice nulla: era il 1969 quando a New York scoppiarono i primi scontri tra omosessuali e polizia che ancora oggi vengono ricordati nei vari Gay Pride in tutto il mondo. A scatenare i disordini fu probabilmente una bottiglia lanciata contro la polizia dalla trans Sylvia Rivera e non la scarpa col tacco passata alla storia. Certo però il tacco è più evocativo ed è assurto a simbolo di quella lotta, che oggi non è fatta più, almeno dalle nostre parti, di scontri violenti e non vive solo nelle manifestazioni ma, ci piaccia o no, attraversa il quotidiano di ognuno di noi.
Proprio in questi giorni, per una nostra conterranea, è iniziato il percorso giuridico per il cambio di sesso anagrafico: una recente interpretazione della legge consente finalmente anche alle trans che non abbiano completato le operazioni chirurgiche, di ottenere il cambio di genere sui documenti. Giovanna (nome di fantasia) sarà probabilmente il primo caso in Calabria, con pochi precedenti in Italia. Il ricorso è stato possibile grazie all’interessamento di Sergio Paciolla, coordinatore del circolo di Corigliano, e all’avvocatessa Marisa Caravetta, che segue il caso ed ha saputo mettere a disposizione non solo le sue competenze professionali, ma anche la necessaria umanità per affrontare una vicenda così delicata. Immaginiamo già che qualche benpensante inizierà a dire che sono ben altri i temi importanti di cui occuparsi… Permetteteci di rispondere che sono tutte stupidaggini! Non esiste nulla di più importante del progetto esistenziale di ciascuno di noi, delle sue legittime aspirazioni, del rispetto per le scelte di vita di ognuno, specie dei più deboli, quelli il cui percorso è più faticoso. Del resto il vero paradosso della vicenda è che nel centro storico di Corigliano, Giovanna è da sempre e per tutti Giovanna e nessuno si sognerebbe di chiamarla al maschile se non la burocrazia, con l’esito evidente di renderle la vita più difficile ogni qual volta si debba esibire un documento: in farmacia, alla guida, al seggio elettorale. “Ciò che viviamo esistenzialmente è mille volte più avanzato di ciò che viviamo consapevolmente” scriveva Pasolini e non sbagliava: oggi la nostra battaglia è chiamare tutti ad un piccolo passo di consapevolezza, che riporti i diritti ad adattarsi alla vita che è qui, vera e presente. Per questo saremo il 1° luglio in piazza per il Cosenza Pride, ma ancora di più siamo e saremo in campo per un Pride quotidiano, a lanciare metaforicamente un tacco contro ogni ostacolo alla libera declinazione di ciascuno di noi, perché “ognuno è più autentico quanto più assomiglia all’idea che ha sognato di se stesso.”
(fonte:comunicato stampa )