Il centro storico di Rossano, la bellezza e l’abbandono. Racconto di Martino A. Rizzo

Corigliano Rossano – Il Centro Storico di Rossano è come un cappotto double face, indossabile da due lati. Ma nel nostro caso, uno dei lati è piacevole, presentabile, accogliente e quindi da far vedere; l’altro, deteriorato,
presenta macchie e fori, perciò è meglio non mostrarlo per non fare cattiva figura.
Il Corso Garibaldi, da Santo Stefano a San Marco, e la direttrice tra Piazza Steri e Piazza del
Popolo, passando per la Cattedrale, rappresentano il lato buono del cappotto, continuando con
l’esempio di prima, quello che si può esporre. I problemi iniziano quando ci si addentra nelle
ramificazioni laterali, il lato interno del cappotto, quello sporco, con i buchi che è meglio tenere
nascosto.
Un Centro Storico è quella struttura insediativa urbana che costituisce un’unità culturale, la parte
originaria e autentica di un insediamento, la testimonianza di una cultura urbana e sociale che si
tramanda da generazioni. È nel Centro Storico, nella sua interezza, che quelli della mia età sono
nati, come i propri padri e nonni, e qui che sono andati a scuola, hanno giocato nei vicoli e nelle
piazze, hanno passeggiato, vissuto feste, processioni, primi innamoramenti, comizi, cortei,
matrimoni, ecc.
Oggi le problematiche dei Centri Storici sono tornati di grande interesse e fior fior di studiosi si
interrogano ed elaborano soluzioni per rivitalizzarli, con misure che vanno dalla riduzione
dell’inquinamento urbano alla risoluzione dei problemi relativi alla mobilità urbana, fino
all’aumento della fruizione del verde, all’adeguamento e al miglioramento delle infrastrutture in un’
ottica di sostenibilità green.

È il caso di Rossano? Magari, rispondo io, i problemi fossero l’inquinamento, il verde e la mobilità,
sarebbero quasi, sottolineo il quasi, dei non-problemi.
Purtroppo invece ci sono dei rioni di Rossano che sono arrivati a un punto di degrado per i quali
discutere di inquinamento, verde e mobilità diventa un lusso; primum vivere dicevano i latini.
Pensiamo, per entrare nel concreto e non rischiare di essere accusato di astrusità, a Largo Prigioni
nella zona della bellissima Chiesa di San Domenico.

In questo Largo, da un lato c’è l’edificio delle vecchie carceri, abbandonato e in rovina, e dall’altro c’è il seicentesco Palazzo Amarelli-De Falco, adiacente alla Chiesa di San Domenico, fatiscente pure esso.

Le carceri di proprietà dello Stato sono in vendita; hanno un’estensione di circa 500 mq coperti e altri 900 mq scoperti, insomma sono più grandi di un campo di calcio.

Largo Prigione si trova inoltre a un passo dell’antica, bella e grande Piazza Santo Nico, dove si racconta che nacque San Nilo e vicinissimo a una storica colonna, unico resto della chiesetta bizantina di Santo Isidoro.

Oggi s’insiste sul fatto che i Centri Storici hanno bisogno di essere abitati e non solo visitati e vissuti episodicamente. Ma con che coraggio si potrebbe andare a vivere nel rione descritto, con ruderi intorno, attraversarlo con le tenebre, e non essere colti da ansia, specialmente se si è bambini o persone impressionabili? Come può diventare possibile facilitare il rientro nel Centro Storico e poi far abitare i cittadini in zone come questa?

Nel 2019 il Commissario Prefettizio, Domenico Bagnato, con i poteri della giunta comunale, aveva approvato un progetto definitivo di quasi due milioni di euro di riqualificazione del quartiere San Domenico con interventi di recupero e rifunzionalizzazione del Palazzo Amarelli-De Falco. Progetto inserito nell’ambito del Programma “Bellezz@ – Recuperiamo i Luoghi Culturali Dimenticati” promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

L’intento era quello di far nascere nel centro storico di Rossano una Cittadella dei Giovani, polo culturale, artistico e imprenditoriale. Sta andando avanti questo Progetto?

Le carceri. Lo Stato ha provato a venderle mettendole all’asta, ma poiché il prezzo individuato come base d’asta è stato alto, la gara è andata deserta. È altresì facile da prevedere che l’asta continuerà ad andare deserta poiché tra costi di acquisto, costi di restauro, spese di urbanizzazione, con vicino l’edificio di Palazzo Amarelli-De Falco in quello stato, è probabile che nessun imprenditore vorrà fare un investimento importante, considerando il potenziale ritorno economico assolutamente non adeguato. E allora un’altra domanda: l’Amministrazione Comunale ha preso contatti con la branca dello Stato che è delegata a vendere il carcere per cercare di acquisirlo con una trattativa tra due enti pubblici che non hanno fini speculativi?

Domande che forse hanno già delle risposte; non lo so. Comunque per adesso una cosa è sicura: la sera è meglio evitare di circolare da quelle parti per sfuggire al rischio di trovarsi in una specie di set di un film di Hitchcock.

Martino A. Rizzo

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

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