RITA SANZI
“Il maggio dei libri. Leggere fa crescere” è la campagna nazionale, promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nata nel 2011 con lo scopo di diffondere sempre più la lettura e il suo valore nelle nostre vite. Lo slogan dell’edizione del 2016 è
“Se son libri fioriranno” e anche il nostro territorio, per il terzo anno consecutivo, sarà terreno fertile in cui seminare cultura e bellezza letteraria. La libreria Mondadori Bookstore della GRANATA GROUP SAS di Rossano, Viale Michelangelo 29, ha dato vita alla terza edizione della rassegna culturale LEGGERE, RIFLETTERE, CRESCERE. L’evento avrà luogo il 17 e 18 maggio e permetterà agli studenti delle scuole superiori del circondario di incontrare un ospite d’eccezione: Roberto Vecchioni. I giovani lettori avranno modo di ascoltare, e confrontarsi, con il cantautore, poeta, scrittore che presenterà il suo libro
Il mercante di luce e dialogherà con Stefania Mancuso, docente di Archeologia e didattica del parco e del museo presso l’Università della Calabria.
Gli incontri, dedicati alle scuole, saranno tre. Il 17 maggio Roberto Vecchioni sarà a Rossano, alle 10 presso il Palazzetto Sportivo Murialdo, con l’I.I.S., Liceo Scientifico, Liceo Classico, Liceo Artistico e con una rappresentanza dell’I.I.S.-Itas-ITC, dell’ I.I.S IPSIA-ITIS-ITG e del Liceo delle Scienze Umane. Gli intervalli musicali saranno a cura del Centro Studi Musicali Giuseppe Verdi del Maestro G. Campana. Nel pomeriggio, alle ore 17, l’appuntamento è invece al Liceo Scientifico Statale di Lungro. Il 18 maggio, alle 10 presso il Liceo Scientifico di Corigliano Calabro, sarà il turno degli alunni dei Licei Scientifico e Classico della città. Un’occasione preziosa per i ragazzi delle nostre scuole. Il libro
Il mercante di luce racchiude in poco più di cento pagine l’essenza profonda di iniziative di questo genere. È una storia di dolore e di coraggio. È la storia del docente universitario di Letteratura greca Stefano Quondam e di suo figlio Marco, diciassettenne affetto dalla progeria, una rarissima malattia che condanna chi ne è affetto ad invecchiare velocemente. È la storia di un rapporto profondo, scandito da un tempo che passa e non lascia né scampo né prospettive per il futuro. L’unico dono che Stefano può fare a Marco sono le parole, i frammenti delle opere antiche, la scoperta degli eroi omerici e delle donne della tragedia. E lo fa con le sue imperfezioni da uomo che si è sempre sentito diverso, con fragilità di padre straziato di fronte alla fine imminente e annunciata del proprio figlio. Questo romanzo ci insegna che davanti alla morte e alla paura la parola può diventare ala per volare lontano, scudo per proteggersi dall’angoscia del niente, specchio per capire che siamo uguali a chi ci ha preceduto di millenni. Siamo tutti Antigone, siamo tutti Aiace, siamo tutti Saffo, siamo Cassandra ed Ulisse. Ci insegna che
“non importa quanto si vive, ma con quanta luce dentro, senza rimpiangere e senza piangere” e che è la passione a farci svegliare ogni mattino e farci vivere davvero. La bellezza che dobbiamo essere capaci di scovare anche nel buio, anche quando è poco illuminata, può dilatare e restringere il nostro tempo fino a fargli assumere contorni personali e sfumati. La nostra esistenza è la poesia, di qualsiasi tipo, che abbiamo scelto di afferrare e tenere in noi per sempre.