CORIGLIANO-ROSSANO – Giacomo Leopardi definiva il Vesuvio “la casa della morte”, e fu proprio in quel contesto di cenere e distruzione che il poeta scelse di elevare un inno alla forza morale della fragilità. Venerdì 30 maggio, a partire dalle ore 18, presso Palazzo San Bernardino a Rossano (Corigliano-Rossano), si terrà un evento culturale dedicato al saggio “La Ginestra” di Gennaro Mercogliano, un’opera che l’autore ha voluto dedicare al celebre componimento leopardiano.
La serata offrirà un’occasione preziosa per approfondire il tema della resilienza umana di fronte all’imponenza della natura attraverso ricche riflessioni e letture, con spunti tratti direttamente dal libro di Mercogliano. L’opera, infatti, propone un’interpretazione molto originale di questo capolavoro di Giacomo Leopardi.
La Genesi di un Capolavoro: “La Ginestra” e il Vesuvio
Nel 1836, Leopardi, ospite dell’amico Antonio Ranieri, si trovava a Torre del Greco, ai piedi del Vesuvio. Fu durante le sue passeggiate sulle pendici del vulcano, colpito dalla desolazione del paesaggio e dalla solitaria bellezza della ginestra che cresceva tra le rocce laviche, che il poeta trovò l’ispirazione per comporre il celebre poema.
Questa pianta, fragile ma resistente, che fiorisce in un ambiente ostile, divenne per Leopardi il simbolo dell’umiltà e della solidarietà umana di fronte alla forza cieca e distruttiva della natura. La ginestra, a differenza dell’uomo superbo che crede di dominare il mondo, non si illude e non sfida la natura, ma la riconosce per ciò che è. Proprio in questa accettazione e nella capacità di fiorire nonostante le avversità risiede la sua “dignità eroica”, un concetto che Leopardi contrappone alla presunzione umana.
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