L’antica e nobile famiglia Romano non poteva individuare una posizione migliore per realizzare uno scrigno ricco di bellezza e di poesia ove poter immergere lo spirito.
Questo punto suggestivo sul Colle Pirillo della montagna di Rossano ormai è diventato un punto di riferimento per tanti, si può dire che svolge la stessa funzione del faro per i naviganti. La Chiesina si vede da ogni dove e inevitabilmente affascina, affascina ammirandola se si è distanti ma ammalia anche quando ci arrivi.
Innanzitutto per la vista che si gode da lassù! Da questo angolo di pace e tranquillità, con lo sguardo si può spaziare da Mirto a Sibari e al Golfo di Taranto e nello stesso tempo riconciliarsi con sé stessi e parlare col proprio io, ritrovando armonia interiore.
La Chiesina è piccolina, pochi metri quadrati, ma spazia nell’immensità.
Quando era in funzione, c’era dentro una iconografia con San Michele Arcangelo, della seconda metà del ’700, un dipinto sicuramente strano, originale e molto bello, oggi conservato altrove. Pertanto, potrebbe darsi che la Chiesina fosse dedicata a questo Santo.
Michele è l’arcangelo che insorge contro Satana e i suoi angeli ribelli, è il difensore degli amici di Dio e il protettore del suo popolo, pertanto nell’iconografia orientale e occidentale è rappresentato come un combattente, con la spada o la lancia nella mano, che sottomette Satana, raffigurato come un dragone o un mostro che viene sconfitto nella battaglia. Inoltre nelle scene del giudizio escatologico è l’Arcangelo Michele che pesa le anime sui piatti di una bilancia.
Così, in questo Santo, si coniugano le due tematiche del combattimento contro il male e della pesatura delle anime. Ecco perché l’Arcangelo di solito viene dipinto con una spada o una lancia nella mano destra e la bilancia nella sinistra. La bilancia, simbolo di equilibrio, esalta il suo ruolo di grande saggio capace di giudicare, mentre la spada rappresenta la potenza di liberazione dal male che riesce a esercitare.
Nel quadro di San Michele della Chiesina sulla Collina, la rappresentazione è invece originale con delle peculiarità che lo differenziano dall’iconografia classica rendendolo ancora più seducente. Innanzitutto, sembrerebbe che, in un contesto di forte devozione popolare, alla protezione dell’Arcangelo venga affidato un neonato e il Santo, a differenza dei dipinti ufficiali, ha la bilancia nella mano destra e col braccio sinistro regge uno scudo, ma non la spada. Forse perché ha la consapevolezza di trovarsi davanti a dei fedeli sinceri che lo invocano e lo pregano e che quindi tra quella gente il pericolo di Satana sia lontano. Sulla tunica del Santo si intravede la figura della Madonna identificabile dal manto azzurro, sulle sue gambe i segni dei calzari e sul piedistallo è rappresentata una scultura classica, sfumata o cancellata nella parte superiore proprio per ammonire e combattere i culti pagani.
Grande e meritoria è stata l’opera dell’attuale proprietario, la Famiglia Aloe, che l’ha sottratta allo stato di degrado in cui la Chiesina versava, l’ha restaurata, regalando alla comunità un punto di riferimento del quale ormai non si può più fare a meno.
Martino A. Rizzo
I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C
Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a
Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica
sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato
il romanzo Le tentazioni della
politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri
del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito
www.anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione
dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,
Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,
Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.
Da fotografo dilettante cerca di cogliere
con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio
e le sue foto sono state pubblicate anche nel volume di poesie
su Rossano Se chiudo gli occhi di Grazia Greco.