La Città Alta e la Città Bassa di Rossano e Bergamo, racconto di Martino A. Rizzo

Dove sono le nuove costruzioni e le sedi del Comune, del Tribunale, della Direzione delle Poste, della Prefettura, della Provincia, nella Città Alta o nella Città Bassa? Nella Città Bassa. Ovviamente però non si sta parlando di Rossano, oggi Corigliano-Rossano, che ha tutt’altra storia urbanistica, ma di Bergamo dove nell’800 fu deciso di dislocare gli uffici nella Città Bassa. Non solo uffici, ma anche teatri, musei e la costruzione di un nuovo quartiere per il quale si affidarono al grande urbanista Marcello Piacentini (1881-1960).

Così preservarono il Centro Storico della Città Alta dalle moderne edificazioni facendolo diventare quella bomboniera che oggi tutti possono ammirare, circondato dalle possenti mura venete che nel corso dei secoli hanno mantenuto pressoché intatto il loro aspetto originario. E oggi l’UNESCO le ha dichiarate patrimonio dell’umanità.

Inoltre Bergamo Alta e Bergamo Bassa fin dal 1887 sono state collegate con una funicolare che in pochi minuti unisce i due centri urbani ed è molto utilizzata dai bergamaschi, diventando al contempo un’affascinante attrazione turistica. Infine il vicino aeroporto di Bergamo Orio al Serio nel 2022 ha visto transitare 13 milioni di viaggiatori molti dei quali si sono fermati a visitare la città.

A Rossano Alta invece com’è andata? Abbattute le mura cittadine e le porte, abbattuto il castello, abbattuto il Cozzo, abbattute le ville Martucci e Labonia, violentata Piazza Steri con l’ufficio postale, deturpato il contesto intorno la chiesa di San Marco con la costruzione di tante casette, alterata l’immagine cittadina con palazzi in cemento armato in pieno centro (vedasi il cd Palazzo di donn’Angelo) e alla periferia (al Cozzo e al Traforo), sfigurate le antiche abitazioni con ristrutturazioni fatte senza seguire alcuna regola, imbruttiti i colori delle facciate delle case utilizzando tinte a piacere dei proprietari senza alcun criterio di omogeneità, danneggiati gli antichi aspetti delle case con la trasformazione di alcuni storici balconi in terrazzini con tapparelle, anche in spregio ai dettami della Soprintendenza, distrutto l’antico ponticello sul torrente Celadi e si potrebbe continuare. Mentre Rossano Bassa ha dovuto aspettare questo secolo per avere un piano regolatore lasciando così per tanto tempo la facoltà di costruire dove e come ognuno voleva, al punto che oggi possiamo trovare strade interrotte da palazzi che bisogna aggirare per poter proseguire. Non è un caso che, negli ultimi decenni del ‘900, tanti sono stati i costruttori-consiglieri comunali presenti nel Consiglio Comunale di Rossano i quali hanno, ovviamente, influenzato la non-politica urbanistica della Città e la libertà di costruire a proprio piacimento.

Sì, è vero che “del senno di poi son piene le fosse” ed è quindi facile parlare e giudicare oggi, ma ugualmente sarebbe scorretto non parlare e nascondersi dietro a beatificazioni e elogi qualunquistici del passato che hanno più la parvenza di celebrazioni fideistiche e aprioristiche che non di ragionamenti e analisi critiche che in qualche modo potrebbero aiutare a correggere alcune decisioni sbagliate che sono state assunte nel tempo. Perché come dice il grande Goethe: «Un uomo buono chiede scusa degli errori del passato, ma un grande uomo vi pone rimedio» (nel nostro caso per quanto ancora possibile).

Martino A. Rizzo 

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo è un grande curioso di storie e avvenimenti rossanesi,

coriglianesi e più in generale calabresi e gli articoli che prepara per Informazione & Comunicazione non sono altro che il risultato delle ricerche utili a soddisfare queste sue curiosità. Frutto di tale attività è stata anche la realizzazione del sito www.AnticaBibliotecaCoriglianoRossano.it che ormai si è meritato un posto di rilevo tra i siti contenenti libri, articoli e fotografie sulla Calabria, tutti liberamente scaricabili.

Una risposta

  1. Risentita denuncia analitica, sostenuta da opportuni referti fotografici e documentali, delle rovinose condizioni nelle quali è ridotto il Centro Storico della Città di Rossano con premesse pregiudizievoli che riguardano anche lo Scalo. Laddove già da tempo dovevano essere poste in essere i supporti logistici, strutturali, amministrativi in grado di accogliere la nuova Città demograficamente e territorialmente espansa a livello di una ben più ampia provincia. Speriamo che il tuo monito, caro Martino, così bene esemplificato nel riferinto alla città bergamasca, serva ad iniziare un cammino che consoli e riempia di contenuti anche il nostro dolente “cahier” delle rovine e delle cose incompiute.

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