La svolta storica per l’area Jonica: Un’occasione da non perdere

ML’area jonica del Cosentino e del Crotoniate è da sempre un territorio ricco di potenzialità, ma anche segnato da un’assenza di un progetto di sviluppo che possa dare concretezza a quel riscatto tanto invocato. Oggi, più che mai, è il momento di compiere quel salto storico che potrebbe segnare una nuova era per queste terre, ma il destino di questa regione dipende anche dalla capacità di leadership dei suoi sindaci. Vincenzo Voce, primo cittadino di Crotone, e Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano, rappresentano l’ultima, forse l’unica, occasione per dare una svolta significativa a un territorio che troppo spesso è stato dimenticato dai poteri centrali.

Entrambi, espressione del civismo e della volontà di superare le divisioni politiche tradizionali, sono chiamati a compiere una scelta di grande portata. Il rischio, però, è che finiscano per essere inglobati nel meccanismo delle politiche centraliste, quelle che hanno storicamente penalizzato il Sud, e in particolare la Calabria. Perché non sfruttare, allora, l’occasione di diventare promotori di un cambiamento radicale? La proposta che dovrebbe essere al centro dell’azione politica di Voce e Stasi è chiara: dar vita a una nuova e unica provincia costiera, con un doppio capoluogo tra Crotone e Corigliano Rossano. Una provincia che, con oltre 400.000 abitanti, sarebbe in grado di rafforzare l’intero sistema regionale e di rivendicare una giusta redistribuzione delle risorse, basata su aree omogenee, con vocazioni e attitudini ben definite.

Insieme alla proposta di una nuova provincia, l’istituzione di un’area metropolitana che coinvolga i comuni del Golfo, da Crotone a Gallipoli, non è una minaccia al centralismo, ma una proposta concreta per sviluppare una rete di città che possano competere con altre realtà metropolitane, rafforzando il tessuto economico e sociale dell’intera regione. La politica centralista ha creato troppe piccole province destinate all’inefficienza. Crotone e Corigliano Rossano, due realtà demografiche rispettabili, ma che da sole non possono garantirsi un futuro, rischiano di scomparire nel panorama calabrese se non si dà una risposta adeguata alla domanda di cambiamento. La piccola provincia che si avvita su se stessa non ha futuro. Crotone, con i suoi 160.000 abitanti, e Corigliano Rossano, con quasi 200.000 ( è il numero degli abitanti della proposta della Sibaritide che perora l’amministrazione Stasi), rappresentano una realtà che, se non rafforzata e unita, rischia di restare emarginata da un sistema che guarda altrove.

In un’epoca in cui le dimensioni contano, dove la politica è guidata da numeri, flussi e capacità di attrazione, continuare a mantenere il sistema attuale non porterà a nulla di buono. Se i due sindaci non si aprono a una nuova visione, rischiano di diventare ingranaggi di un meccanismo che non aiuterà né i loro comuni, né l’intero territorio. Non è un caso che oggi molti dei progetti che vedono la luce in Calabria abbiano a che fare con le grandi aree metropolitane e con la capacità di fare sistema, piuttosto che con piccole realtà amministrative.

Mi auguro che Vincenzo Voce e Flavio Stasi possano cogliere l’occasione di ripensare il futuro dell’area jonica, proponendo un modello nuovo che non sia solo politico, ma che riesca a coinvolgere anche il tessuto sociale, economico e parlamentare. Solo con una forte azione che vada oltre la politica del “piccolo locale” sarà possibile immaginare un futuro per il territorio. La svolta passa da qui, e non possiamo permetterci di perdere questa occasione storica.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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