L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” non intende sottrarsi ad alcune riflessioni circa il tragico incidente avvenuto nei giorni scorsi sulla S.S.106 a Villapiana in provincia di Cosenza che ha visto morire Roberto Santini, sua moglie Rossana Sardiello ed il figlio Marco di 19 anni in un tratto di strada dove questo tipo di sinistro non è una novità.
Un incidente simile è avvenuto il 28 luglio 2013 quando sull’asfalto della S.S.106 sempre a Villapiana persero la vita Leonardo Gualandris di 12 anni e Clelia Andali di 57 anni mentre circa venti furono i feriti a causa di uno scontro tra un autoarticolato ed un autobus.
Sarebbe bastato avere uno spartitraffico centrale oppure, semplicemente, dei lavori in corso per evitare che accadessero questi incidenti che purtroppo sono accaduti. Non c’e lo spartitraffico perché non c’è la Nuova S.S.106 tra Sibari e Roseto: è stata approvata da poco ma solo dopo 15 anni. Non ci sono i lavori che potevano essere tranquillamente avviati almeno da tre anni.
Perché questi ritardi? Di chi sono le responsabilità politiche e morali? Anche questa strage poteva essere evitata? Perché è accaduto tutto questo? Chi è stato?
Gruppi di potere, associazioni pesudo-culturali ed ambientaliste, comitati cittadini organizzati con l’intendo unico di opporsi alla realizzazione e l’avvio dei lavori del 3° Megalotto. Parlamentari calabresi che sottopongono interrogazioni parlamentari al Ministro in contrapposizione alla realizzazione dell’opera e parlamentari che fanno parte della Commissione Trasporti che pubblicamente assumono posizioni di ostilità nei confronti del progetto di ammodernamento della S.S.106. Politici, amministratori locali, delegati all’ambiente, esponenti di partiti politici. Le loro parole dette e non dette, spesso inesatte e fuorvianti, strumentali, irresponsabili, contrarie al progetto della Nuova S.S.106, leggere e superficiali, vergognose e deplorevoli hanno responsabilità chiare e precise, dirette e personali, dimostrabili ed ascrivibili a quello che è stato il loro operato discutibile.
L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” non intende arrogarsi la prerogativa di giudicare e condannare ma è fermamente convinta che questi signori mai come oggi debbano sottoporsi ad un esame di coscienza ed a vivere il rimpianto di aver svolto consapevolmente un ruolo che oggi li vede nella triste posizione di chi non può appartenere alla parte buona della Storia di questa nostra Calabria.