La nostalgia dell’Italia. Il desiderio costante della terra natìa, di sentirne gli odori, quelli degli agrumi, della salsedine, dell’origano, della legna arsa al fuoco; di ritrovare negli occhi i colori vivaci della propria casa, il blu intenso del mar Jonio, il verde delle colline ricoperte di uliveti, i prati variopinti dai fiori della primavera. Sono questi i sentimenti che accomunano gli uomini e le donne che hanno lasciato la Calabria alla ricerca di un futuro migliore. In Calabria non sono più tornati, se non per poche occasioni, ma non smettono mai di parlarne e di portare alto il nome dei propri conterranei. È quello che ha fatto nella vita Arturo Tridico, un emigrato calabrese che in Canada si è costruito il suo mondo, diventando un imprenditore ed editore affermato anche grazie alla sua terra che non lo hai mai lasciato.
Arturo Tridico, originario di Pietrapaola, ha lasciato la sua terra 60 anni fa per arrivare a Montreal dopo varie tappe nel Nord Italia e in qualche città europea, come Parigi e Londra. Ma è stato in Canada che ha trovato la sua dimensione dove si è realizzato come manager e dove ha fondato la rivista che da quarant’anni parla di Calabria (e poi di Italia) in Canada: La Voce. Ma i primi anni di emigrazione non sono stati facili: un episodio della sua vita influenzerà le sue scelte successive: dopo il matrimonio, durante il viaggio di nozze alla fine degli anni ’60, torna a Pietrapaola e qui viene arrestato perché non aveva svolto il servizio militare, obbligatorio secondo l’art. 52 della Costituzione. Da lì, tornato in Canada, insieme a un gruppo di calabresi, creò un’associazione che tutelasse i diritti dell’emigrato, chiamata AITEF, e grazie ad essa venne indetta la prima conferenza sull’emigrazione a Roma, nel 1975, dove venne chiesta l’abolizione dell’obbligo militare insieme a molte altre tutela: tra tutti, venne chiesto un cambiamento dello statuto dell’emigrazione della Regione Calabria affinché includesse anche i diritti degli emigrati di quegli anni. Così, per la sua intraprendenza e la capacità di mediare con le istituzioni, nel 1981 Arturo venne nominato consultore per il Canada. Fu questa esperienza che gli fece maturare il desiderio di informare tutti i calabresi nel Canada. Mise insieme 120 associazioni canadesi in un’unica federazione, la FACE, che venne tenuta costantemente informata da un piccolo giornale fondato da Arturo Tridico: La voce dei calabresi. Nel tempo, la rivista crebbe fino a diventare “La voce degli italiani in Canada” e in seguito anche “negli Stati Uniti”, incluso il Messico.
«La sete di conoscenza e di tornare alle radici dei nostri emigrati è immensa. Promuovere la cultura, l’arte, la scienza e la tecnologia dell’Italia è diventato il mio scopo costante. Persino il Governo italiano, attraverso il Ministero degli Esteri, ci incoraggia dandoci un supporto. E siamo soddisfatti di tutto ciò che abbiamo scritto e raccolto in questi ultimi quarant’anni» ha raccontato Arturo Tridico.
In questi anni, ha raccontato più di 400 personaggi italiani di rilievo, omaggiando le personalità che hanno segnato la storia dell’emigrazione che contribuiscono a fare grandi il Canada e gli USA. La Voce è distribuita nelle camere di commercio in 10 città del Nord America con 25.000 copie distribuite ogni due mesi, oltre alle visite sul sito lavoce.ca che sono circa 400.000 ogni mese.
Il 12 ottobre scorso Arturo Tridico ha ricevuto a Roma il Premio che tradizionalmente il Centro Studi Federico II assegna ogni anno al meglio del Made in Italy nel mondo, insieme al Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e all’economista ed ex Presidente Inps, Pasquale Tridico (anch’egli calabrese). Arturo fa onore al Paese nonostante i 7.700 km di distanza.
Oggi Arturo, con la sua rivista, continua la sua attività diplomatica, permettendo gli scambi dei giovani tra Canada e Italia, soprattutto italiani di seconda generazione, affinché tornino alle radici, alla terra dei loro padri, incentivando quel turismo che viene così tanto attenzionato negli ultimi anni dalle regioni del Sud: il turismo delle radici.
«La comunicazione fra il paese d’origine e il paese ospitante deve essere costante» ha affermato Arturo Tridico, «ci vuole la presenza degli italiani attraverso i loro racconti e i loro prodotti. Non dobbiamo mai interrompere questo legame: voi calabresi non dimenticate i vostri conterranei, noi non ci dimentichiamo di voi!» ha concluso Tridico.