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Le scuole e le Magistrali di Rossano nel 1880, racconto di Martino A. Rizzo

Come non inorgoglirsi quando si legge su un giornale che si stampava a Torino nel 1880 che «tra i municipi delle provincie meridionali che maggiormente prediligono l’istruzione siamo lieti di mettere in prima fila quello di Rossano, capo luogo di circondario, e gran parte di merito va attribuito a quel solerte sindaco comm. Gaetano Toscano, il quale nulla trascura perché la pubblica istruzione fiorisca e dia quei copiosi frutti che da essa giustamente si ha da sperare». Così apriva l’articolo l’edizione del 15 luglio 1880 del quindicinale “L’Unione dei Maestri Elementari d’Italia”.

Allora alla formazione dei maestri provvedevano le Scuole Normali che duravano tre anni ed erano separate per sesso: alle studentesse era riservato l’apprendimento dei “lavori donneschi” mentre per gli studenti era previsto anche un corso sui diritti e i doveri dei cittadini. Alla Scuola Normale si poteva accedere dopo i tre anni di Ginnasio Inferiore o di Scuole Tecniche. Già dopo i primi due anni delle Scuole Normali si conseguiva titolo a poter insegnare nel biennio inferiore della scuola elementare. Infatti c’è da aggiungere che all’epoca, con la Legge Casati, la scuola elementare si divideva in due bienni, uno inferiore e l’altro superiore. Poi con la Legge Coppino del 1877 il biennio inferiore divenne triennio ed era obbligatorio, portando così l’obbligo scolastico a otto anni. Questa legge, all’art. 13, stabiliva che: “Per i maestri il ministro aprirà, dove se ne manifesti il bisogno, scuole magistrali nei capoluoghi della provincia o dei circondari, o anche nei comuni più ragguardevoli”. La Scuola Magistrale poteva essere biennale o triennale e se era triennale veniva chiamata Normale. Comunque i due corsi dovevano essere preceduti da un anno preparatorio.

E l’articolo del giornale torinese continuava affermando che: «E vaglia il vero, dando uno sguardo retrospettivo troviamo che mentre nel 1876-77 quel cospicuo comune in tutto contava solo sei classi elementari, poco curate e pochissimo frequentate, appena ad un quinquennio di distanza troviamo che al presente novera 20 scuole, cioè un asilo infantile per ambo i sessi, 14 classi elementari e 5 secondarie. Oltre alle scuole diurne ne conta 6 serali, una delle quali di disegno applicato alle arti e di calligrafia, le quali scuole serali diedero in quest’anno un contingente di oltre 400 giovani che le frequentarono. Mentre in non pochi comuni, anche dell’Italia settentrionale, troviamo un regresso in fatto di popolare istruzione, conviene dire che in Rossano in pochi anni fece un gigantesco pregresso; troviamo quindi ben naturale che S. E. il ministro De Sanctis quasi a meritato premio di quella degna città le abbia accordato una scuola magistrale».

In relazione alla istituzione della nuova scuola, il 16 giugno 1880, sotto la presidenza del sindaco Toscano, si tenne a Rossano un Consiglio Comunale per discutere proprio di questa ultima opportunità scolastica che veniva offerta ai giovani della Città. Durante la seduta, prese la parola il dott. Pasquale Barone, assessore delegato alla Pubblica Istruzione, che diede lettura di una missiva giunta al sindaco il 12 giugno da parte del comm. Gerolamo Buonazia, Direttore Capo al Ministero della Istruzione, che specificava come sarebbero state ripartite le spese per la nuova scuola tra il Comune e il Ministero; inoltre chiedeva se la stessa dovesse essere maschile o femminile. A tal proposito, l’assessore Barone specificò che «col nuovo anno è a voi noto che si va qui ad aprire un convitto tecnico ginnasiale, per cui la scuola magistrale unendovisi può giovarsi a vicenda l’insegnamento e completarsi, il quale sarebbe bene si estendesse a diffondere e apprendere i sani precetti e la pratica, relativi all’agricoltura tanto necessari in queste tanto feraci quanto trascurate terre. Quindi io sarei d’avviso che sia di gran lunga più utile e necessario che la scuola magistrale sia maschile e non femminile…». Così il Consiglio Comunale di Rossano deliberò a partire dall’anno scolastico 1880-81 l’istituzione di una nuova Scuola Magistrale Maschile.

La possibilità di insegnare dopo aver superato solo due anni della Scuola Normale Triennale fu abolita con la legge n. 293 del 1896 che stabilì che l’unica abilitazione all’insegnamento elementare si conseguiva soltanto dopo aver completato i tre anni della Scuola Normale Triennale.

L’articolazione scolastica prima descritta consentì a tanti rossanesi di ambo i sessi, nati tra la fine dell’800 e gli inizi del ’900, la possibilità di diventare insegnanti senza doversi spostare da Rossano per acquisirne titolo.

Con la Riforma Gentile del 1923, venne invece ridisegnata tutta l’organizzazione scolastica nazionale prevedendo i corsi superiori dell’Istituto Tecnico e dell’Istituto Magistrale, rispettivamente di tre e quattro anni. La riforma portò altresì l’obbligo di studio a 14 anni. Con la Legge Gentile, cambiò la geografia dell’universo scolastico rossanese con una nuova segmentazione e senza più la possibilità per i giovani − fino al 1951, anno dell’arrivo delle Teresiane − di poter frequentare in Città una istituzione scolastica in grado di rilasciare loro il titolo di maestro.

 

(L’articolo de “L’Unione dei Maestri Elementari d’Italia” del 15.7.1880 è possibile leggerlo su

https://anticabibliotecacoriglianorossano.it/wp-content/uploads/2023/01/L_UNIONE-dei-Maestri-elementari-d_Italia-Giornale-ufficiale.-Torino-15.7.1880.pdf )

Martino A. Rizzo 

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

www.anticabibliotecacoriglianorossano.it.  Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate anche nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi di Grazia Greco.

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