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L’intervento. Destinazioni turistiche: La sfida della competenza nelle amministrazioni pubbliche

Il turismo è una risorsa preziosa che abbiamo a portata di mano. Abbiamo luoghi meravigliosi, tradizioni uniche e una cultura che molti ci invidiano, eppure non siamo ancora riusciti a valorizzarla appieno. Burocrazia e vecchie abitudini impediscono di
adottare strategie turistiche efficaci e innovative. Questo è un grande spreco di potenziale, perché i nostri territori hanno davvero tantissimo da offrire. La soluzione più logica sembrerebbe quella di rivolgersi a professionisti del settore, ma il vero problema non è solo affidare incarichi a esperti, ma avere le competenze per riconoscere quali  esperti siano davvero in grado di fare la differenza. Senza questa capacità di valutazione, diventa praticamente impossibile sviluppare strategie efficaci. Affrontare il turismo senza una conoscenza approfondita del settore è come costruire una casa senza fondamenta: la struttura, prima o poi, crollerà. Il turismo richiede pianificazione, visione e, soprattutto, competenze specifiche. Tuttavia, per garantire il successo, è fondamentale saper prefiggere obiettivi chiari e misurabili, come gli OKR (Objectives and Key Results). Definire OKR aiuta a focalizzare gli sforzi su ciò che è veramente importante, garantendo che tutti lavorino verso gli stessi obiettivi. Questo approccio permette di valutare periodicamente i risultati e apportare modifiche necessarie per migliorare le performance. Queste competenze devono essere selezionate con attenzione, senza lasciare spazio all’improvvisazione o a decisioni prese alla leggera. Se ciò non avviene, il risultato è
sotto gli occhi di tutti: progetti poco incisivi, risorse sprecate e opportunità che vanno perse. La mancanza di competenze nelle amministrazioni pubbliche genera un circolo vizioso difficile da interrompere. Senza le giuste conoscenze, risulta complicato valutare
correttamente i professionisti del settore e scegliere quelli che possano davvero aggiungere valore ai progetti. E poi, come si può misurare l’efficacia di una strategia se non si sa cosa misurare? Senza indicatori di performance chiari e senza l’adozione di OKR ben definiti, manca la possibilità di attribuire responsabilità e fare miglioramenti concreti. Il denaro pubblico dovrebbe essere investito con una visione a lungo termine, per creare un impatto concreto sul territorio.

Invece, spesso viene disperso in iniziative che non portano risultati tangibili, minando la fiducia dei cittadini e rendendo le promesse delle amministrazioni vuote e inefficaci. Per spezzare questo circolo vizioso, è fondamentale investire nella formazione. Non si tratta di trasformare le amministrazioni in esperti di turismo, ma di fornire loro gli strumenti per capire quali progetti abbiano davvero senso e possano portare benefici concreti. La formazione deve essere pratica, mirata e focalizzata su aspetti come il marketing digitale e la gestione degli OKR, perché oggi è proprio in quel contesto che si gioca la partita. Senza una comprensione delle dinamiche del marketing e senza saper gestire obiettivi misurabili, qualsiasi tentativo di promozione turistica rischia di rivelarsi inefficace. Inoltre, i processi di selezione dei professionisti devono essere trasparenti e basati sul merito. Solo così possiamo garantire che le risorse pubbliche siano assegnate a chi ha le giuste competenze e può offrire il massimo valore per il territorio. Misurare i risultati non è un optional, è una necessità assoluta. Dobbiamo sapere cosa funziona e cosa no, per migliorare e ottimizzare le strategie in corso. Questo vale anche per le campagne di marketing: se non analizziamo i dati e non valutiamo i risultati in relazione agli OKR prefissati, come possiamo sapere se stiamo raggiungendo il pubblico giusto? Senza numeri e analisi concrete, restiamo nel campo delle supposizioni, e il turismo non può basarsi su supposizioni. Per promuovere il turismo serve un approccio professionale, strategico e ben pianificato. Non possiamo continuare ad aspettare che le cose cambino da sole. Serve formazione, collaborazione con esperti, processi trasparenti e una strategia di marketing efficace. E, soprattutto, dobbiamo capire che il digitale non è un lusso, è una necessità. La promozione territoriale si gioca online, e chi non è pronto a investire su questo fronte rischia di restare indietro. È il momento di cambiare mentalità, perché il turismo è un’opportunità troppo grande per permetterci di lasciarla sfuggire ancora una volta.

Gianluca Chiarello – Codex Agency

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