L’INTERVENTO di Matteo Lauria. Porto canale al Citrea, solita mentalità distruttiva e conservatrice

Da più tempo accarezzo l’idea di sondare il terreno della praticabilità di realizzare un porto canale nel Citrea a Rossano, così come altri imprenditori ebbero modo di promuovere una progettazione analoga al Colagnati presentando un apposito progetto poi tenuto nei cassetti. L’idea rappresenta un punto di partenza che merita di essere valutato con attenzione attraverso uno studio di fattibilità condotto da esperti competenti. E’ innegabile che nel mondo esistano numerosi esempi di porti canale che sono stati realizzati deviando corsi d’acqua a monte, contribuendo così a sviluppare connessioni navigabili.

Matteo Lauria

Questi porti fluviali o interni, sfruttando l’ingegneria idraulica, hanno dimostrato di poter superare sfide tecniche notevoli, spesso portando a benefici economici, sociali e ambientali per le comunità coinvolte. La proposta di un porto canale nel Citrea ha fatto registrare un commento (Geologo Tonino Caracciolo), a mio parere, poco garbato nei toni ed eccessivamente sbilanciato quasi da pronuncia di cassazione circa la non fattibilità dell’opera. Sebbene sia giusto porre interrogativi e richiedere analisi approfondite, è altrettanto fondamentale evitare una chiusura prematura nei confronti di nuove idee. Questa prospettiva conservatrice potrebbe ostacolare l’opportunità di esplorare soluzioni innovative che potrebbero contribuire a una crescita sostenibile della nostra regione.  E’ fondamentale adottare un approccio basato sulla valutazione tecnica, al fine di determinare se ci siano le condizioni necessarie per la sua realizzazione. È possibile che ostacoli tecnici possano emergere, ma anziché scoraggiarci, dovrebbero ispirarci a cercare soluzioni creative e innovative per superarli. Abbiamo bisogno di esplorare nuove possibilità ed avere il coraggio nell’affrontare sfide essenziali per promuovere uno sviluppo dinamico e sostenibile nella nostra regione. Invito a un dibattito aperto e costruttivo, in cui si esaminino le opportunità, si superino le limitazioni e si lavori insieme per un futuro migliore. Non è più possibile far decidere le sorti del territorio a chi ha la pancia piena, costoro non vivono la difficoltà di chi invece soffre la precarietà e la povertà. Ogni progetto che produce occupazione viene ostacolato. Si tace sulla elevazione a capoluogo della città di Corigliano Rossano dal cui risultato potrebbe il territorio incassare solo benefici, non si dice una parola sull’idea di area metropolitana che riguarda il Golfo di Taranto con i suoi 24 scali portuali che interconnessi tra loro metterebbe in collegamento le tre regioni confinanti (Calabria, Basilicata e Puglia). Si tace su tutto: si propone un porto canale e non si può aprioristicamente perché così è stato deciso dal Re della scienza idraulica. Ancora oggi, a distanza di un oltre un ventennio se non di più, non vedo progetti di ampio respiro  che abbiano prodotto posti di lavoro sul piano turistico e non solo. Tutto ciò che vediamo in larga parte è merito dell’imprenditoria privata spesso sopraffatta dall’eccessiva burocrazia, da uno Stato che arretra nell’erogazione dei servizi e nella realizzazione di infrastrutture. Per taluni l’importante è parlare di gonfalone, di Stemma, di bagnini occupati, di buche, di butime, di fogna, ancora oggi di fusione o di attriti tra Corigliano e Rossano,  etc etc, temi sicuramente interessanti ma di ordinaria amministrazione. Ma l’emigrazione di giovani e meno giovani per lavoro come la freniamo? Qual è la strategia per una ripresa economica del territorio? L’Enel ci porta a passeggio da sempre, ci riempiamo la bocca del Psa (piano strutturale associato) da anni senza risultati concreti. Solo fuffa, e nel frattempo? A chi vuol metter su famiglia cosa diciamo?

Matteo Lauria – Direttore I&C

 

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