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L’Intervento. Flavio Stasi: «I cani da guardia del sottosviluppo calabrese» 

Non si può immaginare che una regione ricca di storia e di bellezza possa essere il fanalino di coda in ogni possibile graduatoria europea solo per demerito di altri.  Non che questi non ci siano: la spropositata iniquità degli investimenti pubblici tra nord e sud del Paese registrata nel corso dei decenni rappresenta un dato inconfutabile.  Tuttavia facendo mente locale o andando a rileggere le più importanti vertenze che riguardano la nostra regione, si scoprirà che i calabresi, come preda di una perpetua e latente sindrome di Stoccolma, ed in particolare la classe dirigente (non solo politica), sono stati sempre i primi fiancheggiatori di coloro che hanno compiuto scelte per penalizzarci.

Sono i cani da guardia del nostro sottosviluppo. Sono coloro, per esempio, che si svegliano terrorizzati dalla possibilità che l’Alta Velocità possa essere davvero un’opera strategica per la Calabria, cioè un’opera che eleva i territori e li fa sviluppare, dando alle comunità autonomia e libertà.
Questo li terrorizza poiché comunità autonome e libere scelgono liberamente i propri rappresentanti senza bisogno di “mmasciate” e si sviluppano economicamente ma anche culturalmente, superando il divario immaginario tra cittadini e coloro che oggi, magari, si ergono a luminari ed invece sono solo mediocri cattedratici al servizio del potere di turno.  Così, per tornare ad un linguaggio più social, questi cani da guardia “inventano cose”. Per esempio il zig-zag dell’Alta Velocità.
Nell’unico tracciato di AV esistente per la Calabria, ovvero quello che passa per il nodo di Tarsia e per il quale sono stati spesi 35 milioni di euro di soldi pubblici, lo zig zag è solo nella loro mente ottenebrata: una invenzione pura, degna di un premio per la letteratura di fantasia, per cercare di far capire ai calabresi che se il Governo ha tolto loro 10 miliardi di fondi PNRR non è colpa del Governo, ma è colpa loro – dei calabresi – che sono sfigati ed abitano in paesini di montagna. Se la colpa è nostra, perché dovremmo protestare?  Anche questa storia dei “paesini” è insistente, sarà per il poco rispetto che si ha della storia e della identità di un comune come Tarsia, Medaglia d’Argento al Merito Civile, o forse perché i docenti di geografia e matematica non sono stati abbastanza severi in passato: demograficamente sul nodo di Tarsia convergerebbero più calabresi che in qualunque altro nodo, e si tratta di persone che oggi scelgono di non viaggiare o di viaggiare su gomma.
Giacché ci siamo con la calcolatrice, verifichiamo anche come cambierebbe, così, la sostenibilità economica delle corse.  Ma il sottosviluppo non è una questione di matematica o geografia, è una questione politica e di visione. Il tema che dobbiamo affrontare è se l’Alta Velocità deve passare per la Calabria – magari spacciando per questo una rabberciata alla linea esistente – o deve servire alla Calabria, al suo sviluppo, alla messa in rete e competitività delle risorse.  Con i fondi PNRR al centro e nord Italia si stanno realizzando opere ferroviarie e stradali strategiche, anche Alta Velocità, e mentre noi siamo costretti a leggere sconclusionati teorici dello sviluppo dell’anno 3000, ci sono stati sottratti – oggi, non ieri o domani – 10 miliardi di euro perché si è rinunciato all’unico progetto cantierabile sul quale si sono investiti soldi in progettazione, con la complicità di quasi tutte le rappresentanze istituzionali. No, non ci fermeremo.
IL SINDACO
FLAVIO STASI

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