L’INTERVENTO. Le mafie italiane dietro alla strage di Cutro?

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Io sono stato a Steccato di Cutro, ma non adesso che c’è stata la strage, ma molti anni fa appena sposato, e ci sono ritornato in seguito, luogo bellissimo, spiaggia fine, mare splendido. Accanto alla spiaggia c’è un piccolo acquapark( fai da te) insieme ad un villaggio turistico recente, che appare una speculazione edilizia di quelle assai comuni da queste parti.

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Siamo a Cutro terra di mafia notoria e dichiarata, ove neppure una foglia si muove che mafia non voglia. Ora senza voler criminalizzare tutti i cittadini onesti di Cutro che al contrario si sono dimostrati persone degne e civilissime da cui i santoni del Nord dovrebbero imparare in fatto di umanità, vi è qualcosa in più che un indizio che lascia alquanto dubbiosi: sembra che la notte del naufragio poco prima del naufragio un pescatore della zona girasse sulla spiaggia, forse per andare a pescare anche in momento pericoloso come quello, come i solo i pescatori esperti sanno fare.

Ebbene questo signore ha dichiarato, pur senza farsi riconoscere( per paura) che poco prima del naufragio sarebbe stato allontanato da un signore che gli ha intimato di andarsene e gli ha mostrato una pistola.

Ma per evitare equivoci sentiamo la voce diretta di chi ha dato la notizia: “ Sempre secondo la fonte che preferisce rimanere anonima, c’è gente proveniente dalla Puglia, che bazzica da quelle parti, la notte. E a favorire gli approdi sono in qualche modo i tre lampioni della vicina chiesetta di San Leonardo, l’altra frazione costiera cutrese, utilizzati a mo’ di fari dai trafficanti che, evidentemente, hanno appoggi a terra. Difficile dire se a fornire quegli appoggi sia la ‘ndrangheta, che finora ha fiutato il business dell’accoglienza, infiltrandosi, come accaduto nel periodo focalizzato dall’inchiesta antimafia “Jonny”, nella gestione del vicino Cara S. Anna, struttura per migranti tra le più grandi d’Europa.” ( Il quotidiano della Calabria 17/03/2023)

Ora trovandoci in terra di mafia come abbiamo detto, due + due di solito fa quattro, nel senso che quando ci sono due indizi coincidenti verso una spiegazione, diventano qualcosa in più di un sospetto : stupisce che il ministro Piantedosi ”questurino” come dice lui, non si sia accorto di nulla, non abbia sentito la necessità di interrogare chi conosce e frequenta da sempre quei luoghi. E stupisce altrettanto che neppure la presidente del consiglio abbia sentito il dovere di venire sul posto a vedere coi suoi occhi cosa fosse successo, a sentire cosa ne pensa la gente e soprattutto i poveri migranti , o meglio più che stupire lascia intendere un dubbio ben più grave: “ che la premier non abbia voluto immischiarsi in un affare che puzza anche di mafia e ndrangheta?”

Andreotti diceva che a pensar male di solito ci si azzecca, ma io non sono Andreottiano e voglio dare il beneficio della buonafede alla signora presidente del consiglio, per carità. La premier continua nella sua invettiva contro l’immigrazione clandestina e contro gli scafisti: ma qui siamo davanti ad un traffico internazionale di migranti con le mafie del mediterraneo alleate perla gestione di questi affari lucrosi.

Infatti appare assai difficile se non impossibile che le migliaia di sbarchi che avvengono tutti i giorni in terra di Sicilia e di Calabria, e talvolta anche in Puglia possano avvenire senza il consenso delle organizzazioni criminali che agiscono in queste regioni e appare piuttosto strano che né i servizi segreti italiani né alcun governo della repubblica si sia interrogato sul serio( cioè con tutti gli strumenti moderni di indagine) su chi siano i veri trafficanti che gestiscono questi traffici criminali e immorali . Qua appare abbastanza chiaro anche un NON ESPERTO DI MAFIA come sono, che ci sia una mafia mediterranea italo-turca-libica e africana che collabora dietro a questi sporchi affari.

Da troppo tempo dura questo traffico con modalità ormai consolidate e chiare persino ai pesci del mare. E dunque anziché fare le solite guerre parolaie all’italiana sarebbe più serio e proficuo che i governi si mettessero d’accordo per combattere davvero le organizzazioni criminali che gestiscono questo traffico e causano migliaia di morti nel Mare. Ma nel nostro caso visto he siamo in Italia sarebbe il caso che il governo Meloni anziché fare passerelle ridicole si mettesse davvero seriamente al lavoro per capire chi sono i veri responsabili e arrestarli e cercare di dare delle vie d’uscita serie e legali ai poveretti che arrivano come disperati sulle nostre oste.

FABIO MENIN

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