L’INTERVENTO. Polo Covid a Rossano sì o no? Le varie questioni

Natale Graziano

Corigliano Rossano – Il titolo di una nota testata giornalistica “Polo Covid della discordia a Rossano” mi offre lo spunto per una breve riflessione, non già su una questione resa esageratamente divisiva, ma più generale sul tema della sanità in questa nostra area. Al di là dei toni e della retorica di stile, l’interrogativo che come cittadini dovremo porci è se quella soluzione avrebbe apportato un significativo e durevole quid pluris per tutti oppure si trattava del solito pennacchio a beneficio, vieppiù, di fortune e carriere dei pochi, non importa se politici o tecnici addetti ai lavori. Intanto una premessa è fondamentale: in assenza di ogni garanzia di sicurezza del sito, vale a dire di ogni accorgimento atto a eliminare la promiscuità tra gli ambienti Covid e no Covid, ipotizzare l’apertura di questo Polo era pura follia tenuto conto delle conseguenze che avrebbero potuto derivarne alla salute di tante persone frequentatrici di quei luoghi.
Beninteso: nessuno (e chi scrive tra questi) pone in dubbio la sacrosanta esigenza che questa vasta nostra area dell’alto e medio ionio, con un bacino di utenza di oltre 300mila abitanti, debba rivendicare, in termini qualitativi e quantitativi, la totalità dei servizi alla persona, sanitari in primis; ciò che però appare di dubbia efficacia è il metodo che si intende utilizzare per conseguire tali fini. Fuor di metafora, non convince quel ragionamento che suona pressappoco così: sfruttiamo intanto l’emergenza Covid per ottenere una qualche attenzione a questo territorio per il futuro si vedrà. È questa uno schema che mostra evidenti limiti per diversi ordini di ragioni: in primo luogo, anche a volere dare per scontato l’avvio del Polo (scelta mi pare già scartata dalla regione)con i connessi incrementi di strutture e risorse, tale misura sarebbe stata necessariamente limitata alla fase dell’emergenza trascorsa la quale, per ovvie ragioni di coperture finanziarie, tutto sarebbe stato ricondotto all’ordinario che per noi, sia detto, significa quel poco o niente che da sempre ci hanno elargito i noti padroni del vapore (da Cosenza in su) che detengono i cordoni della borsa. Ma v’è di più, a rendere persino inutile l’ipotesi Covid a Rossano sovvengono gli stessi numeri che attestano, per nostra fortuna (e facendo gli scongiuri), un trend di infetti del tutto rassicurante per l’intera nostra provincia per non dire dell’intera regione. Se la finalità è quella di ottenere maggiori e migliori servizi per questa nostra area vasta, la strada da seguire non può essere quella di cavalcare l’emergenza bensì quella di impostare una più articolata discussione che necessariamente passa dalla politica e dai suoi interpreti. Senza addentrarsi in impegnative analisi e schemi argomentativi, pure importanti, ma nella sostanza triti e ritriti, la chiave di volta va anche qui concentrata sulla qualità degli uomini e sulla disponibilità di questi ad impegnarsi per trovare urgenti ed efficaci soluzioni ai problemi. È un dato di fatto che questo territorio ha espresso un folto numero di parlamentari per giunta appartenenti alle forze di maggioranza che oggi sostengono il Governo, così dicasi per il livello regionale che esprime un assessore (tra l’altro con delega al welfare al quale) e un Consigliere regionale di maggioranza (ai quali con l’occasione auguro buon lavoro). A ciò si aggiunge il Sindaco della terza città della Calabria, per non dire dei tanti altri rappresentanti di importanti forze sociali, associative e imprenditoriali. Tutto questo po’ po’ di forze (mi riferisco in specie ai parlamentari nazionali da più tempo in carica), avrebbe dovuto già da tempo esercitare quella necessaria pressione politica atta a fare conseguire se non nell’immediato, quanto meno nel breve e medio periodo, un avvio di quella decisa inversione di tendenza protesa al cambiamento delle cose; si è invece preferito l’indolente esercizio della polemica mediatica, predicando, sì, i buoni principi dell’onestà ma mantenendo nella pratica le inveterate abitudini della vecchia politica compromessa e corrotta, di occuparsi di nomine (di soggetti tutt’altro che all’altezza) invece che chiedere al governo intanto di smantellare la fallimentare gestione commissariale dello Stato che ha continuato ad ignorare la Calabria abbandonandola a se stessa; avremmo tutti apprezzato (e ancora apprezzeremmo) una ferma e pubblica denuncia dello scandaloso spettacolo dello scialo di denaro che, se da un versante ingrassa i soliti ras, dall’altro determina il dissesto del sistema con l’irreversibile coma della nostra sanità pubblica alla quale oggi, in questa complicata vicenda della pandemia, vengono chiesti persino i miracoli di conservare in vita e salute le tante persone.

Natale Graziano – già Amministratore della città di Rossano e Presidente del Tribunale per i diritti del malato

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: