Recentemente, ho avuto modo di leggere due dispacci stampa relativi alla nuova offerta trasporti.
La roboante propaganda del gruppo FS, viziata dalle solite dinamiche di favorire alcuni contesti a scapito d’altri e foraggiata e promossa da una Politica povera di idee, non ha destato in me alcun clamore, tantomeno meraviglia.
La dissennata prassi dei due pesi e due misure, ormai aduso in Calabria, continua imperterrita ad infliggere mortificazioni ed offese ad uno specifico lembo della nostra terra: l’Arco Jonico. Ergo, fossi nei panni di un qualunque Amministratore della Sibaritide e del Crotoniate mi sentirei indignato, bistrattato ed offeso. In estrema ratio, valuterei, seriamente, l’idea di una mobilitazione generale avversa ai processi sperequativi che umiliano le loro Comunità. In alternativa, comunque, ma in maniera molto più sommessa, prenderei in seria considerazione l’ipotesi di rimettere il mandato. Tuttavia, immagino che l’addentellamento ad uno status privilegiato favorisca l’acquisizione e la dimistichezza ad ingoiare rospi di considerevoli dimensioni.
Anche una persona poco addentrata nelle dinamiche territoriali, da una veloce lettura, capirebbe che il contesto compreso tra Cosenza, Paola, Lamezia, Tropea e Reggio si avvale di un ingiustificato diritto di prelazione che colloca l’area in questione in una zona di comfort trasportistica. Oltre venti treni giornalieri tra CS e RC; parimenti fra Villa e Melito. Completano 14 mezzi il collegamento tra Lamezia e Reggio.
Quanto detto, solo riguardo il servizio regionale. Va sommata, inoltre, un’offerta di 8 collegamenti notte tra RC e il nord e ben 16 frecce giornaliere che dallo Stretto raggiungono ogni angolo d’Italia.
A confronto di questa ricca offerta, sul lato dell’estremo levante calabrese, si celebra il rinnovo del collegamento tra Sibari e Crotone in coincidenza con il freccia Sibari-BZ. Lo stesso collegamento che, puntualmente, pur essendo l’ultimo treno in transito sulla linea, il più delle volte arriva a Sibari in ritardo o parte prima dell’arrivo del Freccia.
Inoltre, si fa bella mostra di alcuni convogli ancora imballati (così appaiono dalle foto) che sostituiranno i due collegamenti intercity tra TA e RC, ma si omettono i particolari sullo sciagurato disegno d’esclusione di tutto l’Arco Jonico dalla connessione alla futura AV.
Già, perché forse per placare qualche animo e cervello ancora lucido su Cosenza, si rilancia il raddoppio della galleria Santomarco come collegamento per la Città bruzia alla rinnovata AV tirrenica. Al contempo, però, si sottace sul fatto che il raddoppio della suddetta galleria era già previsto nei lavori di ammodernamento della linea Paola-Sibari, perché funzionale al corridoio merci Gioia Tauro—BA.
Del resto, non bisogna neppure trovare una toppa, circa l’insensata ipotesi di abbandonare il nodo di Tarsia, da proporre allo Jonio. Dalle nostre parti, infatti, salvo l’intervento di qualche Amministratore, e una serie di comunicati stampa realizzati da autorevoli Associazioni, il tutto si consuma nella più completa indolenza ed ignavia dei popoli Sibarita e Crotoniate.
Forse le imminenti festività, forse perché presi da altre problematiche, forse perché totalmente ignari di cosa sia l’Alta Velocità (tanto gli Amministratori, quanto i Sindacati, quanto le Popolazioni), ma tant’è. Verosimilmente, i nostri problemi sono molto più riconducibili ad esprimere un dissenso a mezzo social riguardante qualche buca lungo le strade, lo sfalcio e le potature, o qualche lupo che ulula alla luna arrecando disturdo alla quiete notturna.
Eppure, non possiamo certo lamentarci di non avere Rappresentanza istituzionale. Oggi, l’area che si estende tra Sibari e Crotone è quella che vanta il maggior numero di componenti nelle varie Istituzioni. Il tanto favorito Tirreno, da Praia alla piana lametina, non ha un solo Parlamentare a rappresentarlo. Eppure, incassa una nuova linea AV che affiancherà l’esistente e un porto turistico fra i più grandi della Calabria (Paola), che sarà totalmente interconnesso alla ferrovia. Vieppiù, Paola si candida ad essere, contro ogni legge fisico-matematica, il baricentro della nuova AV in Calabria. Un baricentro totalmente fuori asse rispetto la geografia regionale, ma che, nonostante la palese mancanza di buon senso nella scelta, desta poco clamore. Evidentemente, la Classe dirigente calabrese, prona ed ossequiosa ai desiderata centralisti, è più dedita a mantenere ruoli privilegiati piuttosto che salvaguardare gli interessi dei cittadini, loro elettori. Suona come paradossale, inoltre, leggere una nota del Sindaco di Cosenza a supporto delle istanze joniche e non aver visto alcuna presa di posizione degna di nota da parte della Rappresentanza politica locale.
In questo clima surreale si sta consumando l’ennesimo sacco al territorio sibarita e crotoniate. Nonostante tutto, non si solleva alcuna indignazione. Il Popolo non si mobilità, le Classi dirigenti assumono posizioni di non bellingeranza. I gruppi di pressione tacciono….
A questo punto, almeno, la Politica si faccia promotrice di una riforma che preveda una fiscalità differenziata!
Perché non è concepibile, conclamata la disparità di servizi tra un contesto e l’altro, continuare a prevedere il medesimo prelievo fiscale.
I Cittadini jonici pagano le stesse tasse che vengono corrisposte sul Tirreno e nel resto d’Italia. Purtuttavia, hanno un livello di servizi pari alle Popolazioni del terzo mondo. L’Arco Jonico risulta sempre più assimilabile al Corno d’Africa, piuttosto che alla naturale appendice d’Europa. Forse sarebbe il caso di darci una svegliata! Se non ora, quando?